Livia e Davide sono fidanzati da quattro anni. Lui, 29 anni, è un tecnico impiegato in un’azienda gas e luce del territorio. Lei, 33 anni, è un’illustratrice di tessuti. Tra le passioni in comune il percorso fatto insieme negli scout. L’anno scorso hanno deciso che era tempo di andare a convivere.
Ludovica e Sara, non si conoscevano fino a qualche mese fa. Entrambe hanno la sindrome di down e hanno sempre vissuto con i loro genitori, ma tutte e due hanno tanta voglia di indipendenza. Una ha 41 anni, è estroversa e dà una mano in una libreria in città, l’altra ne ha 38, è di poche parole e collabora con l’Università di scienze infermieristiche.
Da qualche mese tutti e quattro vivono insieme in un appartamento ad Alba, grazie a Inter Aequalis, un innovativo progetto che propone la convivenza alla pari tra persone pronte per un’esperienza nel sociale e persone con disabilità desiderose di maggiore indipendenza e autonomia. Il progetto è promosso dalla cooperativa sociale Alice di Alba, in collaborazione con il Consorzio socio assistenziale Alba-Langhe-Roero, Soc Servizi Sociali distretto di Bra, l’associazione La Carovana, l’associazione di volontariato Lucio Grillo e il liceo scientifico L. Cocito, patrocinato dall’Asl Cn2 e co-finanziato dalla Fondazione Crt. Obiettivo: offrire anche alle persone con disabilità l’opportunità di spiccare il volo e lasciare il nido dei genitori, per provare l’esperienza di vivere da soli.
A marzo 2018 la cooperativa aveva lanciato le candidature e poco dopo i quattro sono stati selezionati per sperimentare per primi il progetto che ha la durata di un anno. A luglio hanno fatto ingresso nella casa Livia e Davide: “Abbiamo pensato che fosse un bel modo per iniziare la nostra vita insieme, non focalizzandoci solo su noi due – raccontano -. Siamo molto soddisfatti della nostra scelta. Pensavamo che sarebbe stato più impegnativo e invece è un’esperienza divertente e costruttiva, ci sta aiutando a dare il giusto valore alle cose, a non arrabbiarci per le sciocchezze. Le nostre coinquiline ci stanno insegnando molto”.
Prima è arrivata Ludovica, poi si è aggiunta Sara. “Ci sentiamo una famiglia – dicono le ragazze -. Per ora ci fermiamo a dormire solo tre notti alla settimana. Durante il giorno stiamo imparando a fare la spesa, a cucinare, a fare le pulizie. Abbiamo diviso i compiti in base ai turni, anche se a volte facciamo ancora un po’ di confusione. Ci piace far trovare la cena pronta a Livia e Davide quando tornano dal lavoro”. Anche se dopo c’è da discutere anche per cosa si guarda in tv. Da poco si è aggiunta Samuela che per ora, un giorno alla settimana, frequenta l’alloggio per un corso di cucina.
Insegnanti? Tre operatori della cooperativa sociale Alice che ogni giorno seguono le ragazze perché possano diventare sempre più autonome. La gestione del denaro, fare una lavatrice, rispettare i turni e le regole della convivenza, tutte cose da imparare. Mensilmente ci si incontra anche con i genitori, quelli delle di Ludovica e Sara ma anche di nuovi aspiranti inquilini, per cui non è semplice lasciare andare i propri figli. “Deve essere a tutti gli effetti una convivenza alla pari – spiega Emilianna Troiano referente del progetto -. Stiamo già cercando nuovi candidati, conviventi e ragazzi con disabilità che abbiano voglia, per un anno, di creare queste famiglie allargate”. Perché questo sogno di autonomia possa continuare il progetto necessita anche di nuovi finanziamenti.
Sotto il profilo economico, infatti, con il contributo della Fondazione Crt si è potuto arredare l’appartamento e, per ora, per i giovani conviventi è previsto solo il costo di vitto e utenze, mentre per le persone con disabilità viene chiesto anche un contributo per l’affitto e per il supporto dell’operatore. L’obiettivo del progetto è quello di arrivare, in futuro, a convivenze in cui i protagonisti si assumano entrambi l’onere economico.
Marco Bertoluzzo, direttore del Consorzio socio-assistenziale Alba-Langhe-Roero: “Un progetto stimolante. Il rischio spesso è di trattare la persona disabile come un eterno bambino, mentre in questo caso lo si accompagna verso la responsabilizzazione, l’autonomia, l’indipendenza. E lo si fa basandosi sul concetto della reciprocità, in modo innovativo, ma proprio per questo difficile da far rientrate nei canoni previsti dalla normativa che regolano i finanziamenti. Il tema ci è caro, come Consorzio abbiamo attivato una scuola di autonomia e lavoriamo sul “dopo di noi”. Con l’anno nuovo dovremo cominciare a pensare tutti insieme come rendere il progetto sostenibile sotto il profilo finanziario”.