Sabato 5 novembre Alba ha ricordato le nove vittime dell’alluvione del 5 e 6 novembre 1994 quando la città travolta dal fiume Tanaro e dai torrenti Talloria, Riddone e Cherasca usciti dagli argini provocarono morti ed ingenti danni al territorio.
A 22 anni dalla tragedia, l’Amministrazione comunale insieme alle Associazioni di Protezione civile ha commemorato le vittime con un momento di riflessione sotto i portici del Palazzo comunale in piazza Risorgimento, poi il corteo a piedi ha attraversato via Cavour, piazza Garibaldi e corso Torino fino ad arrivare al vecchio ponte sul Tanaro dove è stata lanciata sul fiume, una grande corona di fiori.
«Quest’anno abbiamo deciso di partire da piazza Risorgimento – ha spiegato il Sindaco Maurizio Marello – perché i giorni coincidono. Anche il 5 e 6 novembre del 1994 erano sabato e domenica. L’alluvione arrivò nella notte ma già a quest’ora i torrenti Talloria, Riddone e Cherasca iniziarono ad esondare colpendo i nostri concittadini. Furono giorni terribili. Ad Alba nove vittime, 68 in Piemonte. Tuttavia, con grande forza tutto questo territorio si è risollevato grazie alla generosità dei volontari arrivati da tutta Italia. Fu una grande esperienza di solidarietà da cui nacque la Protezione civile che prima non c’era. Oggi sappiamo quanto è importante questa organizzazione che in questi giorni sta aiutando i terremotati del centro Italia: Proteggere Insieme, Misericordia Santa Chiara Alba, le unità cinofile dell’Associazione Nazionale Carabinieri Volontari, la Croce Rossa lavorano per dare sostegno e salvare vite umane. La tragedia del ’94 ci ha insegnato anche a rispettare il fiume. In questi anni sono state emanate norme importanti compreso il nostro nuovo Piano regolatore che impedisce l’edificazione lungo le fasce fluviali per prevenire i disastri. Quest’anno abbiamo approvato “Gli scenari di rischio del Piano di Protezione civile”, il piano di evacuazione della città presentato in queste settimane nei quartieri. È uno strumento ulteriore per affrontare l’emergenza. Fare memoria non è semplicemente ricordare ma è darsi da fare, in nome di quelle persone che hanno perso la vita, facendo tutto il possibile affinché questo non debba più accadere».
«Ricordo la solidarietà ricevuta durante quella tragedia – ha sottolineato Enzo Demaria, Sindaco di Alba nel 1994 – Alba è stata la prima a risorgere. Venivano da tutte le parti: gente che si è fermata qui settimane lavorando gratuitamente per spalare, aiutando gli albesi a far rivivere la città. Esempio eclatante furono gli operai della Ferrero che spontaneamente e gratuitamente in poche settimane hanno riportato la fabbrica alla riproduzione. È stato uno slancio generale, conforto per i colpiti».
Poi, l’Assessore alla Protezione civile Alberto Gatto ha elencato i nomi delle persone scomparse per l’alluvione: «Caterina Giobergia e Felicita Bongiovanni morte all’interno della casa di riposo Ottolenghi, Maria Magliano Sobrino e il nipotino Riccardo Sobrino travolti dall’acqua in via Piera Cillario, i coniugi Daniele Vola e Daniela Mascarello travolti presso la ditta Aimeri, Emiliano Rossano di Macellai travolto dalla piena del Tanaro nella zona del ponte nuovo della tangenziale di Alba, i coniugi Carmine Iannone e Maria Di Paola di Nichelino morti per l’alluvione sulla tangenziale di Alba mentre stavano rientrando a casa dopo una cena».
«Accanto – ha aggiunto il Sindaco Maurizio Marello – ricordiamo anche tutti coloro che hanno perso la vita nel recente terremoto in centro Italia».
Alla cerimonia ha partecipato la Giunta comunale quasi al completo, accanto a diversi Consiglieri e ai volontari di Protezione civile di Vibo Valentia.