ALBA - Alba, il sindaco Carlo Bo ha incontrato i sindacati e i lavoratori della Stamperia Miroglio di Govone

Stamattina i 151 dipendenti rimasti senza lavoro si sono dati appuntamento in piazza Duomo, sotto il Municipio

Redazione 15/07/2020 17:46


A distanza di otto giorni dall’annuncio della chiusura della Stamperia di Govone del Gruppo Miroglio e a cinque giorni dal primo presidio organizzato di fronte alla sede albese di via Santa Barbara, questa mattina – mercoledì 15 luglio - i 151 dipendenti rimasti senza lavoro si sono dati appuntamento in piazza Duomo, sotto il Municipio, insieme ai sindacati.
 
Il sindaco Carlo Bo ha voluto essere presente anche questa volta, scendendo in piazza con i lavoratori e ascoltando le loro richieste: il pagamento della cassa integrazione e soluzioni per la ricollocazione all’interno delle aziende del Gruppo e, per chi non sarà possibile, in altre realtà della provincia. Poco dopo, il primo cittadino ha incontrato i sindacalisti Angelo Vero (Cisl), Maria Grazia Lusetti (Cgil), Vito Montanaro (Uil) e le Rsu in sala Giunta.
 
“La politica ora deve dare risposte concrete e non slogan, lavorando in modo compatto – dichiara il sindaco Carlo Bo -. Ieri ho incontrato la proprietà che ha garantito una fattiva collaborazione e Banca d’Alba che ha confermato di voler anticipare la cassa integrazione. Con i sindacati questa mattina, invece, abbiamo concordato di creare un tavolo di lavoro per monitorare costantemente la situazione. Nei prossimi giorni incontrerò i sindaci dei comuni di residenza dei dipendenti per unire le forze e una delegazione di imprenditori per valutare possibili ricollocazioni. Gli ammortizzatori sociali da soli non bastano, sono uno strumento necessario ma temporaneo. Apro, inoltre, ha già dato la sua disponibilità a fornire una formazione specifica se si renderanno disponibili posti di lavoro in altre aziende e come Comune, se sarà necessario, ci faremo carico dei costi”.
 
“Questo – conclude il primo cittadino - è un momento difficile non solo sotto il profilo occupazionale ma anche sociale. Dietro i dipendenti che hanno perso il lavoro ci sono 151 famiglie, spesso monoreddito. Il nostro, però, è un territorio sano con un forte orgoglio imprenditoriale e che ha sempre risposto con concretezza alle sfide che aveva di fronte. Sono sicuro che anche questa volta non sarà da meno”.

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