Riceviamo e pubblichiamo la nota diffusa da Comuneroero per conto delle associazioni aderenti. Il sodalizio nei giorni scorsi ha presentato alla Città Metropolitana di Torino le sue osservazioni sul progetto per un nuovo allevamento suinicolo a Ternavasso, frazione di Poirino.
È noto che il nuovo progetto presentato dall’Azienda Agricola Marchisone Angelo per la realizzazione di un allevamento intensivo suinicolo, nel Comune di Poirino, Frazione Ternavasso, consiste nella realizzazione di sei nuove stalle, adibite a porcilaie, per l’allevamento di suini all’ingrasso da 30 a 160 kg, per una quantità massima di suini insediabile maggiore di 10.000 capi.
Un abominio!
Le Osservazioni al progetto presentate nei giorni scorsi e che alleghiamo alla presente nota, mettono ben in evidenza le rilevanti ricadute che il progetto avrebbe sul territorio di Ternavasso oltre al non rispetto delle norme legislative in vigore.
Nelle Osservazioni viene precisato che l’area oggetto di intervento è soggetta a vincoli di inedificabilità per ragioni di difesa idrogeologica ed ambientale dei luoghi e degli insediamenti: il progetto viola i limiti per l’edificazione e non rispetta la distanza dal rio Venesima, presumibilmente per trarre vantaggio dal corso d’acqua. Si evidenzia quanto sia irragionevole che venga autorizzato un impianto che produce reflui che conserva per mesi in cisterne da quasi 40 metri di diametro, a poche decine di metri da un rio che, in caso anche involontario, sarebbe il primo recettore dei liquami che si riverserebbero, inquinando un'area enormemente estesa e sottoposta a specifico vincolo paesaggistico.
L'area dell'impianto risulta localizzata in stretta adiacenza al sito Natura 2000 “Peschiere e Laghi di Pralormo”, localizzata in Comune di Ceresole d'Alba che prevede il divieto di edificazione e costruzione di nuove infrastrutture in un intorno di 500 metri dagli stagni esistenti.
Il Piano Paesaggistico Regionale in vigore definisce l'area oggetto del progetto, per la presenza di flora, fauna e acque soggette a particolare tutela, come zona di particolare pregio e ad elevato interesse agronomico e di rilevanza paesaggistica. Questo per la presenza del borgo di Ternavasso, dal Castello e dal Lago di Ternavasso, protetti dalla Soprintendenza delle Belle Arti come beni da valorizzare e da salvaguardare. È evidente che l’installazione di un allevamento suinicolo intensivo delle dimensioni in progetto (8.400 capi dichiarati), si pone in contrasto ed appare inconciliabile con gli obiettivi espressamente individuati dal PPR.
L’edificazione dell’allevamento avrebbe, per dimensioni e immissioni, un impatto negativo irreversibile, sulla fruibilità dei beni paesaggistici e culturali che sorgono nelle vicinanze e sulla intera zona e la sua fruibilità naturalistica.
Nel progetto manca la valutazione delle emissioni del particolato e del calcolo degli inquinanti che inevitabilmente lo stabilimento per la natura e dimensioni dell’allevamento intensivo, produrrebbe ed immetterebbe nell’ambiente. Peraltro, dall’analisi del progetto risulta che la quantità massima di suini insediabile è maggiore di 10.000 capi, maggiore rispetto ai conteggi effettuati dal proponente su 8.400 capi, con un conseguente ulteriore incremento della produzione di inquinante.
Il Proponente non dichiara la piena proprietà della strada d'accesso all’allevamento, né tantomeno allega il titolo di acquisto o l'eventuale autorizzazione del terzo soggetto proprietario favorevole all'allargamento dell’incrocio che condurrebbe allo stabilimento, allargamento che risulterebbe in ogni caso insufficiente per la svolta di mezzi pesanti senza che questi invadano la corsia opposta.
Il calcolo dell’impatto odorifero è stato effettuato sulla base della erronea classificazione di alcune attività sensibili presenti in zona: la Cascina Cavallino è sede di una casa di cura per persone con disabilità e il Poggio Agrisport svolge attività di scuola privata (tennis e centro estivo) e attività con scuole dell’infanzia, scuole primarie e secondarie.
Dal gennaio 2022 il virus della peste suina africana è ricomparso nelle province di Genova ed Alessandria e si è esteso in molte parti d’Italia: in caso di contaminazione del virus nell’allevamento in progetto si porrebbe il problema dell’abbattimento di oltre 8.000 capi per contenere l’epidemia.
È importante inoltre tener conto che l’arch. Jacopo Chiara della Direzione Ambiente, Energia e Territorio della Regione Piemonte ha espresso delle considerazioni in merito alla richiesta di installazione di un Parco Agrivoltaico in località Ternavasso, largamente valevoli anche per l’insediamento del maxi allevamento suinicolo in progetto.
Va poi ricordato come la realizzazione dell’impianto per l’allevamento dei suini comporterà un elevato consumo di suolo (suolo, tra l’altro, di buona qualità agricola) con la concretizzazione di tutte le problematiche ad esso legate: impermeabilizzazione dei suoli e minor capacità di assorbimento di acque piovane, minor ripristino delle falde sotterranee, effetti sul microclima dell’area, pesante impatto sulla biodiversità propria della zona nella quale si vuole intervenire. Anche dal punto di vista economico l’operazione presenta aspetti estremamente discutibili: l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) stima in circa 100.000 euro per ettaro il valore dei servizi ecosistemici forniti dal suolo.
Non va inoltre dimenticato come si stia consolidando a tutti i livelli la convinzione che i grandi allevamenti di tipo intensivo (quale quello di cui si discute) presentano grandi responsabilità nel rilascio di sostanze climalteranti (metano e anidride carbonica in particolare) e siano quini responsabili in misura significativa del drammatico cambiamento climatico che sta avvenendo nel nostro pianeta, ed in Itali in modo particolare.
Un allevamento di queste dimensioni avrà inoltre altissime esigenze idriche, che probabilmente richiederà la realizzazione di uno o più pozzi: situazione questa che non può non preoccupare nell’ambito di un’area agricola caratterizzata da prodotti di eccellenza e nell’ottica di un probabile cambiamento climatico che renderà la risorsa acqua disponibile in quantità sempre minori.
Siamo fiduciosi che le Osservazioni presentate rappresentino un solido argine contro la realizzazione di un progetto che ancora troppa poca gente conosce e quindi non sono noti gli effetti devastanti che comporterebbe al territorio di Ternavasso e dei Comuni limitrofi. Ci auguriamo che anche il Comune di Poirino assuma una posizione precisa con coraggio contro questa assurda iniziativa industriale.
COMUNEROERO per conto delle seguenti associazioni aderenti:
AMBIENTE21 SdB ODV
CANALE ECOLOGIA
COMUNEROERO ODV
ITALIA NOSTRA SEZ. DI ALBA
ITALIA NOSTRA SEZ. DI BRA
ITALIA NOSTRA PIEMONTE
ITHACA
LEGAMBIENTE LANGHE ROERO APS
LEGAMBIENTE PIEMONTE E VALLE D’AOSTA
LAUDATO SI’ DI BRA ODV
L’ARVANGIA - ALBA LANGHE E ROERO
COMUNITÀ LAUDATO SI’ DI BRA 2 ODV
LAUDATO Sì’/GAZZETTA D’ALBA
MOVIMENTO STOP AL CONSUMO DEL TERRITORIO
OSSERVATORIO PER LA TUTELA DEL PAESAGGIO DI LANGHE E ROERO
PRO NATURA PIEMONTE
SALVIAMO IL PAESAGGIO