ALBA - Caporalato, il monito del vescovo di Alba: “Il Vangelo ci impone di non tacere”

Monsignor Marco Brunetti punta il dito sui credenti coinvolti in episodi di sfruttamento: “Non solo compiono un reato, ma un peccato grave”

Redazione 11/07/2024 17:26

I credenti “eventualmente coinvolti in episodi di sfruttamento di persone deboli e fragili, come i migranti”, non solo compiono un reato, ma “commettono un peccato grave che li esclude dalla comunione eucaristica in attesa di una conversione capace di ottenere il perdono di Dio”: lo dice il vescovo di Alba Marco Brunetti, intervenendo sulla questione del caporalato all’indomani dell’operazione “Iron Rod” che ha portato a tre ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di denaro, veicoli e un fabbricato.
 
“Ringrazio le istituzioni, la magistratura e le forze dell’ordine per il contrasto a questa piaga sociale” dice monsignor Brunetti in una lettera aperta indirizzata a sacerdoti e diaconi, oltre che alla comunità dei fedeli: “Il caporalato nelle nostre belle Langhe - afferma il prelato - è un fatto che la Caritas diocesana già dall’anno scorso, attraverso il progetto ‘Presidio’, aveva segnalato, così pure il nostro settimanale Gazzetta d’Alba in più riprese ha riportato inchieste sul fenomeno dello sfruttamento di immigrati, spesso senza permesso di soggiorno. Pertanto questi fatti non ci sorprendono ma sono la conferma di un malcostume presente nei nostri territori blasonati che producono vini di alta qualità”.
 
Dura la presa di posizione del vescovo: “Non possiamo nasconderci dietro il dito dicendo che si tratta di pochi casi. Sicuramente questo sarà vero, ma anche un solo caso è di troppo, la dignità umana non si misura a peso, anche una sola persona sfruttata, picchiata ed emarginata rappresenta un fatto grave e inaccettabile per una società civile e democratica che fa dell’accoglienza e dell’inclusione un principio cardine della propria convivenza. Non possiamo pensare che alcuni, anche pochi, si arricchiscano sfruttando manodopera a poco prezzo e senza diritti. Oltretutto infangando l’immagine di quanti agiscono nel rispetto delle leggi e all’insegna della solidarietà”.
 
Un invito è rivolto a quanti siano a conoscenza di episodi di caporalato, affinché denuncino alle autorità competenti e facciano il possibile perché chi lavora “venga trattato con tutto il rispetto dovuto e soprattutto gli vengano garantiti i bisogni essenziali fra cui l’abitazione”. I parroci sono invitati a leggere questa missiva la prossima domenica, 21 luglio, al termine della messa, come segno di solidarietà alle vittime del caporalato e strumento di sensibilizzazione: “Il Vangelo - conclude monsignor Brunetti - ci impone di non tacere e di assumere stili di vita giusti e sostenibili che cancellino ogni forma di indifferenza”.

Notizie interessanti:

Vedi altro