ALBA - “Cerca e cavatura del tartufo in Italia patrimonio dell’umanità Unesco: riconoscimento straordinario"

Il commento di Giorgio Bergesio, senatore cuneese della Lega: "Passo importante che tutela un sistema caratterizzato da uno speciale rapporto con la natura"

16/12/2021 12:41

“La cerca e cavatura del Tartufo in Italia è diventata patrimonio culturale immateriale dell’umanità tutelato dall’Unesco: riconoscimento straordinario!”. Così il senatore piemontese Giorgio Maria Bergesio, Lega Salvini Premier, commenta la decisione dell’Unesco di dichiarare la cava e cerca del Tartufo patrimonio dell’umanità.
 
La decisione finale dell’Unesco, approvata oggi, di dichiarare la “cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” patrimonio culturale immateriale dell’umanità giunge al termine di un iter di candidatura formalmente presentata dall’Italia a marzo 2020. In Italia la ricerca e la raccolta dei tartufi è una pratica complessa, con un’apposita normativa emanata per impedire che la cava venga effettuata in modo da arrecare danno alle tartufaie, ed è regolata dalla legge del 16 dicembre 1985 n.752. “La ricerca del tartufo è una pratica che richiede esperienza e costanza – dice Bergesio, esprimendo grande soddisfazione -. Per questo la decisione Unesco è il giusto riconoscimento per i nostrani trifolau”.
 
Il “business” legato al tartufo in Italia vale circa mezzo miliardo, con una rete nazionale composta da circa 73.600 detentori e praticanti, chiamati tartufai, riuniti in 45 gruppi associati nella Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiani, da singoli tartufai non riuniti in associazioni per un totale di circa 44.600 unità e da altre 12 Associazioni di tartufai che insieme all’Associazione Nazionale Città del Tartufo coinvolgono circa 20.000 liberi cercatori e cavatori. Dal Piemonte alle Marche, dalla Toscana all’Umbria, dall’Abruzzo al Molise, ma anche nel Lazio e in Calabria sono numerosi i territori battuti dai ricercatori.
 
L’annuncio dell’Unesco giunge in un anno particolare per le condizioni climatiche che hanno fatto schizzare il prezzo medio del tartufo bianco al borsino del tartufo di Alba, punto di riferimento a livello nazionale per il tubero più prezioso d’Italia. “Si tratta di un passo importante che tutela un sistema caratterizzato da uno speciale rapporto con la natura e da aspetti antropologici e culturali legati alla nostra storia. Una tradizione importante, anche dal punto di vista gastronomico e turistico, per molte aree rurali montane e svantaggiate”, aggiunge Bergesio. Che annuncia: “Appena avremo il parere della Commissione Bilancio, sarà fondamentale approvare in Commissione Agricoltura del Senato il ddl unificato per regolamentare e tutelare tutta la filiera del Tartufo italiano!”.

c.s.

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