RODDI - Dentro il cantiere dell'Asti-Cuneo: si lavora per aprire a fine 2025

Stamattina il sopralluogo lungo il lotto II.6A, l'ultimo mancante per rendere finalmente percorribile tutta la tratta: "Siamo in zona collinare, è il segmento più impegnativo"

Andrea Dalmasso 17/03/2025 15:04

Fine 2025. Lo aveva annunciato pochi giorni fa Matteo Salvini, l’hanno confermato oggi i responsabili dei lavori. È questo l’orizzonte temporale entro il quale dovrebbe diventare finalmente percorribile nella sua totalità l’autostrada Asti-Cuneo. Stamattina - in occasione della presentazione del Rapporto OTI Piemonte che si tiene oggi pomeriggio a Cuneo nella sede di Confindustria - si è tenuto un sopralluogo aperto anche alla stampa sul cantiere per il lotto II.6A, quello riguardante i circa 5 chilometri ancora mancanti del lotto II.6 “Roddi-Diga Enel”. 
 
Ad illustrare lo stato dei lavori il direttore tecnico della società Asti-Cuneo, l’ingegner Valter Re: “Quello a cui stiamo lavorando è il tratto più impegnativo, perchè ci troviamo in una zona collinare. Siamo inoltre consapevoli dell’importanza paesaggistica dei questa zona. L’impegno è rendere funzionali questi 5 chilometri con anticipo sui tempi realizzativi previsti". Il cronoprogramma iniziale preventivava infatti lavori per trenta mesi a partire dal 30 settembre 2024: si è riusciti ad accelerare sfruttando il "campo base" del cantiere già allestito per il lotto precedente e predisponendo alcune lavorazioni già durante la fase autorizzativa. “Parliamo di una contrazione importante, puntiamo a farcela nella metà del tempo”, ha proseguito Re: “Entro fine anno renderemo percorribile la tratta, poi si proseguirà con alcune opere complementari, da ultimare entro il mese di aprile del 2026”.
 
Una volta aperta, l’Asti-Cuneo, oggi definita in termini tecnici una tratta “fredda” o “tiepida” per i suoi volumi di traffico, sarà destinata a vedere aumentare i suoi flussi: si dovrebbe passare, secondo le stime, dai 6.500 mezzi medi giornalieri di oggi ad un raddoppio di queste cifre.
 
Ad illustrare nel dettaglio i lavori da ultimare lungo il lotto II.6A è stato poi l’ingegner Daniele Mugnaini, membro della direzione tecnica della società Asti-Cuneo: ad oggi gli operai al lavoro sono circa 250. L’opera principale è il viadotto che sovrasterà la strada provinciale 7, una struttura lunga circa 400 metri, con otto campate, la più impattante dal punto di vista paesaggistico: sono state studiate colorazioni dei piloni per “mimetizzare” il ponte con l’ambiente circostante. Tra le opere più particolari un “ecodotto”, un ponte sopraelevato con vegetazione e arbusti per permettere agli animali di andare da una parte all’altra della carreggiata autostradale, e il “Bat Bridge”, una struttura, anche questa integrata con un sistema di vegetazione, per fornire un corridoio di spostamento sopra l’autostrada alla colonia di pipistrelli della Zona Speciale di Conservazione di Santa Vittoria d’Alba.
 
Sul cantiere sono attivi anche una decina di archeologi e archeologhe, che stanno lavorando su una zona da circa 3 mila metri quadrati: tra i ritrovamenti tombe della tarda età del bronzo e della prima età del ferro, un insediamento abitativo della tarda età del bronzo e una necropoli romana.
 
Durante la presentazione che ha preceduto il sopralluogo si è parlato anche del discusso sistema “free flow”, con gli otto portali già presenti nel tratto tra Bra-Marene e l’interconnessione con la A21: “Le problematiche degli ultimi mesi non sono state dovute ai portali, che sono efficientissimi, ma ai sistemi di pagamento, che andranno perfezionati”, ha detto Re. Solo uno degli otto portali, il numero 5, non entrerà in funzione con l’apertura definitiva della A33, ma solo dopo i lavori di adeguamento della tangenziale di Alba, per la quale si attende ancora la Valutazione di Impatto Ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente. 
 
Al termine della realizzazione dell’A33, la società Asti-Cuneo finanzierà poi opere compensative richieste dal territorio per 43 milioni e 150 mila euro, alcune delle quali, però, ancora in fase di progettazione.
 
Non resta che attendere, insomma, per scoprire se ci troviamo davvero alle battute finali di una storia infinita, quella dell’Asti-Cuneo, iniziata con il primo progetto nel 1989, proseguita poi con la posa della prima pietra nell’ormai lontano 2000 e con una serie grottesca di ritardi e rinvii. Salvini, come detto in apertura, ha ribadito pochi giorni fa l’apertura a fine anno, rispondendo in question time al collega leghista, il senatore cuneese Giorgio Bergesio. Lo stesso Salvini, però, a inizio aprile del 2023, inaugurando il penultimo lotto dell’autostrada, aveva annunciato trionfalmente “Ci vediamo tra quindici mesi per l’inaugurazione dell’infrastruttura completa”. Siamo a marzo 2025, per avere l’infrastruttura completa serviranno ancora, nel migliore dei casi, otto o nove mesi. Insomma: finché non vediamo, non crediamo.
 
 

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