Riceviamo e pubblichiamo.
Nella fretta di inaugurare la sospirata A33 nella generale ubriacatura mediatica, la Regione e i Comuni di Langhe e Roero, comprese Alba e Bra, hanno trascurato per anni una serie di problemi apparentemente secondari che riscoprono solo ora che l’ultimazione è in vista. È da sei anni e più che l’Osservatorio scrivente fa la parte del grillo parlante, mentre chi di dovere salta fuori solo adesso a chiedere una serie di opere, in particolare nell’area albese, che non sono ormai più comprese nei lavori assegnati alla società di Gavio, ma che a suo tempo erano state giudicate importanti.
È ormai di chiara evidenza che le indicazioni del Piano Regolatore Vigente in materia di viabilità, riferite non solo all’attraversamento del fiume, ma anche alle connessioni con tutte le direttrici esterne, risultano non più adeguate ed attuali, poiché risalgono ad almeno 15 anni addietro, con la A33 prevista in galleria sotto il Tanaro. Ad oggi si deve prendere atto che l’A33 incorporerà la superstrada albese e che la città dovrà trovare soluzioni alternative a suo esclusivo servizio, e peggio, come pare ormai acclarato nei riguardi delle cosiddette “opere complementari”, a sue proprie cura e spese.
Il collegamento attuale, tra il Centro cittadino di Alba e l’oltre Tanaro, mediante il ponte storico e la rotatoria del Rondò, che, fino a tempi non lontani, risultava fluido ed efficiente, è entrato in crisi quando è diventato insufficiente per i volumi di traffico a cui è stato progressivamente sottoposto. Questa congestione dipende solo in parte dall’aumento dei residenti e delle attività presenti a Mussotto: la più parte del traffico veicolare è costituito da mezzi privati in transito sulle molteplici direttrici viarie che tagliano il territorio della frazione, diretti al o provenienti dal centro urbanizzato, mentre la causa prima dei rallentamenti è la strozzatura costituita dal ponte Albertino, tuttora dimensionato come in origine: due corsie in/out, sede ferroviaria e marciapiedi insufficienti. Ulteriore ostacolo è la rotatoria detta Rondò, sempre pesantemente impegnata da veicoli in ogni direzione, con l’aggravante del passaggio a livello ferroviario, contiguo e chiuso con ravvicinata frequenza.
Alla luce di tutte queste nuove situazioni, il terzo ponte (nella realtà un viadotto di mt.1600) proposto dalla giunta comunale, in assenza della diretta connessione al traffico esterno in direzione nord/sud mediante la tangenziale est, è non solo sostanzialmente inutile, ma decisamente peggiorativo per la viabilità del nucleo centrale urbano - in particolare sulla circonvallazione: corsi Bixio e Coppino, piazze Michele Ferrero e Garibaldi - con conseguenze negative dovute anche all’assenza di parcheggi di testata.
Purtroppo anche la tangenziale est, ossia il collegamento del terzo ponte con il settore sud dell’area urbanizzata in corso Cortemilia/rotatoria Strada Sottoripa (per una lunghezza totale da viale Cherasca di circa 2600 mt. con 6 rotatorie stradali), è un’opera praticamente irrealizzabile: sarebbe lunga e tortuosa, intasata da percorrenza locale, compressa in siti già edificati e fortemente compromessi, di esecuzione condizionata da situazioni idro-geologiche ad alto rischio. E, per di più, non finanziata.
Recentemente l’Amministrazione di Alba ha ventilato la possibilità di progettare una versione ridotta della tangenziale est: da Viale Cherasca alla rotatoria di corso Langhe/Scuola Enologica/corso Enotria, utilizzando in parte tratti viabili già in uso. Si tratta di un percorso lungo 1600 mt. circa, di cui 800 mt. esistenti, ma da adeguare e completare con nuove rotatorie, mentre gli 800 mt. mancanti comporterebbero la necessità di sovrappassare la ferrovia Alba-Asti e percorrere a mezza costa il pendio alla base del rilievo di Belmonte, interessato da serie problematiche di instabilità di natura idrogeologica, chiaramente evidenziate nella Carta geomorfologica dei dissesti e della dinamica fluviale del PRG. Recentemente è stata ventilata una ulteriore soluzione alternativa che comporterebbe un complesso passaggio sulle proprietà Miroglio e Pia Società S. Paolo mediante un percorso tortuoso e condizionato da molte situazioni locali, ormai consolidate: proposta, a nostro giudizio, di fatto ancora peggiore, con condizionamenti e costi indotti sicuramente rilevanti.
Se dal punto di vista del traffico le ipotesi avanzate sono assolutamente errate, dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico la scelta di far confluire il flusso veicolare di transito indotto dalla ipotetica tangenziale est sulla rotatoria di corso Langhe/Scuola Enologica/corso Enotria non potrebbe che peggiorare la situazione esistente, già di per sé grave a causa della viabilità locale. Ne sono riprova i dati della recente indagine della FIAB di Alba sulla qualità dell’aria nei siti più critici della città da cui risulta che il peggiore è la rotonda del Rondò, seguito a ruota proprio dal piazzale Moretta, con buon distacco sul terzo classificato.
In sintesi, l’Osservatorio ritiene che terzo ponte e tangenziale est, in qualsivoglia versione, siano opere inadeguate già alle esigenze presenti e tanto più a quelle future, sostanzialmente irrealizzabili, quindi pressoché inutili e strategicamente sbagliate: in altre parole, l’ennesimo spreco di denaro pubblico. È viceversa assolutamente prioritaria, attuale e basilare la scelta di procedere ad una accurata e completa analisi trasportistica, a supporto di un approfondito e documentato studio, in primo luogo sulla mobilità urbana, ma soprattutto sulla mobilità dell’intero territorio: approfondimento essenziale vista la ormai conclamata e naturale connessione della città di Alba con la vasta area territoriale ed ambientale delle colline delle Langhe e del Roero, città di Bra compresa.
Guido Chiesa
Cesare Cuniberto
Silvio Veglio
Direttivo dell’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero