L’Associazione Commercianti Albesi, l'Ascom di Bra, l'Ascom di Asti e l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, hanno inviato una lettera ai rappresentanti politici del territorio perché si facciano portavoce della situazione nella quale il comparto del turismo è precipitato a causa dell'emergenza Covid-19 e affinché sollecitino interventi finanziari urgenti per il comparto del turismo.
Di seguito, la missiva sottoscritta dai presidenti dei soggetti citati - Giuliano Viglione per A.CA., Giacomo Badellino per Ascom Bra, Aldo Pia per Ascom Asti e Luigi Barbero per l'ATL - ai parlamentari eletti nell’area e ai componenti la Giunta e il Consiglio della Regione Piemonte.
”Il 2020, secondo le stime dei principali osservatorii economici, sarebbe stato l'anno della consacrazione del turismo come settore trainante del Paese: l'Italia avrebbe probabilmente sfondato il tetto dei 50 miliardi di fatturato, grazie soprattutto ai viaggiatori provenienti da Stati Uniti, Cina e Russia. Invece, la pandemia causata dal Coronavirus ha riportato indietro le lancette del tempo, senza che – tuttavia – si conosca ancora la portata complessiva ed esatta dell'incredibile danno subito da un comparto che, con l'indotto, fino a ieri valeva circa il 13% del Prodotto interno lordo.
Nel panorama italiano, il territorio di Langhe Roero e Monferrato, corrispondente ai Paesaggi Vitivinicoli riconosciuti dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità, si è distinto negli ultimi vent'anni per una crescita costante della voce turistica quale capitolo essenziale nei bilanci economici, talvolta in senso anticiclico rispetto ai dati nazionali.
Da fine febbraio, momento di conclamazione dell'emergenza sanitaria, sono piovute soltanto disdette, mentre nessuna prenotazione si profila all'orizzonte, facendo temere che le nostre strutture della ricettività e della ristorazione, dopo aver saltato a pié pari le stagioni primavera ed estate 2020, debbano attendersi un autunno ancora senza introiti –o con forti contrazioni -, molte incognite e nessuna certezza.
Non è sostenibile. Un'azienda, seppure con attività sospesa, deve sopportare innumerevoli costi fissi. Se da un lato esistono ammortizzatori sociali che tutelano il
personale dipendente, non risultano pervenute – ad oggi – tangibili misure finanziarie che evitino agli imprenditori di gettare la spugna, dopo avere per anni gettato il cuore oltre l'ostacolo, investendo e creando occupazione.
Un'area che fino a ieri attraeva fino al 60% di visitatori stranieri, grazie ai paesaggi incantevoli, all'enogastronomia e alla ristorazione straordinarie, oltre ad essere patria del buon vivere e migliore espressione di quell'italianità che il mondo ci invidia, non può rialzarsi di punto in bianco, né farlo da sola, ma va aiutata in ragione dei sacrifici, dello spirito dell'impresa, della creatività e degli investimenti che hanno generato un sistema divenuto esemplare per l'intero Paese.
C'è bisogno delle Regioni, dello Stato, dell'Europa. C'è bisogno che per questo settore si mobiliti la politica producendo, lontano dai proclami e dalle perenni campagne elettorali, un concreto e ampio Piano di Ricostruzione, con contributi mirati in parte a fondo perduto, così come è perduto – e irrecuperabile – il fatturato di tante piccole e medie aziende che hanno creduto nel gesto di aprirsi al mondo, di fare accoglienza, di mostrare le proprie bellezze e far gustare le proprie bontà, di rendere questo gesto una professione di livello sempre più elevato per soddisfare clienti via via più esigenti: che hanno creduto,
cioè, nel fare turismo.
E nel riferirci agli imprenditori, alle migliaia di addetti, alle loro famiglie, all'intollerabile pensiero che molti di essi possano perdere irrimediabilmente il terreno
faticosamente conquistato, non bisogna dimenticare che del sistema fa parte anche il commercio di vicinato, contiguo e connesso al turismo, che nei quartieri delle città e nei piccoli borghi ha garantito e garantisce in questo frangente la vicinanza fisica, oltre che il servizio, alla popolazione confinata dalle restrizioni.
Nessuno chiede commiserazione attraverso poco più che simbolici contributi individuali, né si può attendere a lungo che la macchina del credito si metta in moto.
Quello che chiediamo sono interventi urgenti di sostegno reale alle imprese, un progetto di rinascita strutturato come quelli che si avviano dopo i conflitti, perché la pandemia è una guerra a tutti gli effetti, contro un nemico invisibile che, direttamente o indirettamente, colpisce tutti.
La difesa dell'economia deve viaggiare al fianco della lotta per la salute. Da oggi il tempo non deve più essere un'incognita, ma il nostro principale alleato. Le
istituzioni ci aiutino a farci trovare pronti quando verrà il momento della ripartenza. Per questo chiediamo a tutti i deputati del territorio al Parlamento italiano ed
europeo - nonché ai vertici e ai consiglieri della Regione Piemonte – di farsi interpreti delle nostre richieste presso le rispettive sedi di rappresentanza.
Senza turismo non c'è futuro per Langhe Monferrato Roero, per il Piemonte, per l'Italia intera”.