Riceviamo e pubblichiamo.
Egregio direttore,
ho appreso dai mezzi di informazione lo svolgimento, ad Alba, del Palio degli asini, evento che fa parte della Fiera del Tartufo, punta di diamante del turismo cuneese «Il Palio degli Asini di Alba è una divertente corsa “agonistica”, divenuta negli anni una delle principali attrattive di Alba. Si tratta di un vero e proprio spettacolo che intrattiene gli spettatori per un intero pomeriggio. (…) L’evento è composto da una sfilata in costume, (…) Al termine prende vita la corsa con gli asini nella quale fantini professionisti accendono la rivalità dei borghi tra le risate generali del pubblico. La gara è suddivisa in due batterie più una finale che decreterà il vincitore. Il Palio degli Asini di Alba è un evento goliardico organizzato nel totale rispetto degli animali, un po’ meno dei fantini costretti a lottare contro la testardaggine dei propri destrieri. (…) Il palio si corre anche in caso di pioggia. La sfilata, invece, in caso di maltempo è rimandata alla settimana successiva. (…)»
Nel video dell’edizione 2014 si vedono asini domati, spronati, eccitati che fanno capire in ogni modo di non volere essere in quel posto: lo fanno con la gestualità del corpo, le movenze del muso, l’irrequietezza che non è affatto tipica di questi animali tranquilli, costretti invece a prendere parte a una pagliacciata e a fare una corsa che spontaneamente non farebbero mai.
Si vedono fantini montare asini e battere insistentemente le loro gambe sul ventre degli animali. Questo “momento goliardico” è regolare, secondo gli organizzatori che si affidano ai ferri del mestiere come leggi, regolamenti, atti amministrativi, quando sappiamo bene che non sono i ferri del mestiere a dovere essere messi in discussione ma è il mestiere stesso. Le immagini sono commentate da chi fa la telecronaca della gara con certe espressioni che rendono il quadro della situazione: «partenza frenetica come sempre», «fantino calpestato dal suo asino», «c’è un blocco totale in curva». Dopo che un asino disarciona un fantino, prosegue il suo cammino da solo, disorientato nel guazzabuglio. Il fantino lo segue e il telecronista, riferendosi all’asino, dice: «sicuramente è fin troppo intelligente per quel che mi riguarda». Un asino è fin troppo intelligente da capire che quello non è il suo posto ma gli esseri umani che organizzano, autorizzano e assistono non lo capiscono affatto. Un asino si immobilizza in mezzo alla pista e non ne vuole sapere di muoversi: il telecronista commenta «muove qualche passo ma non si schioda», «è un continuo tentativo di daje daje e tirare e incitare il proprio ciuco». E poi interviene una voce femminile: «un fantino è caduto a terra si è preso un calcione da un asino», «i fantini lavorano durante l’anno perché questo è un vero e proprio sport: bisogna essere decisamente allenati per cavalcare un asino senza sella …non è semplice con il rischio di cadute rovinose che portano qualche disguido».
Questo sarebbe uno sport? Se pensiamo che anche la caccia e la pesca sono sport, può esserlo anche una corsa di asini. Il rischio di cadute rovinose esiste ma, guarda caso, nessun fantino si infortuna mai così rovinosamente da capire quanto sia assurda la corsa che sta correndo. In un video del 2016 si vede un fantino bloccare l'asino che è in testa, favorendo così il passaggio del suo compagno di squadra per poi farlo vincere: davvero un pessimo esempio di fair play in questo “sport”. Nel 2017 si celebra orgogliosamente il cinquantenario: la musica non cambia.
Lo scorso 13 Aprile a Torino si è svolto il convegno “Fiere, sagre, corse con animali” in cui si è parlato della crudeltà che questi spettacoli mostrano in maniera evidente nel silenzio assordante delle istituzioni che continuano tetragone ad autorizzarle, patrocinarle, promuoverle e finanziarle.
Cordiali saluti.
Paola Re