Nell’ultima seduta del Consiglio pastorale diocesano di Alba, è stato approvato all’unanimità un documento che a partire dal Libro sinodale prende chiaramente posizione contro gli usi impropri che, soprattutto a livello politico, si fanno dei simboli di fede e sul tema degli immigrati. Da una parte si esprime "amarezza nel vedere come la fede cristiana venga ridotta a uno stendardo, a simbolo identitario, a strumento di disgregazione sociale", con "inganno" e per "esclusivi fini di potere e di protagonismo". Non è difficile cogliere il riferimento ai protagonisti della scena politica.
Si rimane perplessi di fronte al fatto che "l’immigrazione sia affrontata solo in modo strumentale per guadagnare un po’ di elettorato", con una "previa ben confezionata manipolazione", per "distogliere l’attenzione e non dare risposte ai tanti problemi degli italiani". Il Consiglio pastorale è deluso perché su questi temi "sono taciute o irrise le proposte che vengono dal ricco tessuto della società civile".
Il tutto mentre si riconosce "nella linea tracciata da papa Francesco e dall’intera Chiesa italiana", ringrazia i credenti albesi che "con generosità, senza urlare, danno ogni giorno risposte concrete e visibili ai bisogni di italiani e stranieri", respingendo "ogni tentativo meschino e interessato di dividere la comunità proprio sul tema dell’amore accogliente, essenza dell’identità cristiana".