Si sono conclusi con successo i primi rilasci in campo di vespe samurai in Provincia di Cuneo, nell’Albese, un passo avanti importante secondo Coldiretti Cuneo per fermare l’invasione della cimice asiatica nelle nostre campagne e salvare i raccolti.
L’immissione di questa vespa, insetto esotico grande poco più di un millimetro e antagonista naturale della cimice asiatica, è resa possibile dal recente decreto del Ministero dell’Ambiente che ne ha autorizzato la diffusione in Italia.
Si sono conclusi con successo i primi rilasci in campo di vespe samurai in Provincia di Cuneo, nell’Albese, un passo avanti importante secondo Coldiretti Cuneo per fermare l’invasione della cimice asiatica nelle nostre campagne e salvare i raccolti.
L’immissione di questa vespa, insetto esotico grande poco più di un millimetro e antagonista naturale della cimice asiatica, è resa possibile dal recente decreto del Ministero dell’Ambiente che ne ha autorizzato la diffusione in Italia.
Si concretizza in tal modo la lotta biologica, ossia il contrasto alla cimice asiatica senza uso di sostanze chimiche, che già da anni è oggetto di ricerche promosse dalla Fondazione CRC, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi di Torino e Coldiretti Cuneo, che hanno condotto nell’estate 2019 al primo test in campo di un altro insetto antagonista della cimice asiatica, l’Anastatus bifasciatus.
“Si aprono prospettive incoraggianti per il contenimento di una delle più preoccupanti emergenze fitosanitarie per l’agroalimentare cuneese degli ultimi anni, anche se ci vorrà tempo prima di poter osservare risultati significativi in campo” commenta il delegato confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo, che ricorda come Coldiretti segua da vicino la problematica della cimice “sin da quando, nel 2013, ha fatto la sua comparsa nel territorio provinciale generando danni ingenti alle produzione agricole, dalla frutta in guscio all’uva, dall’ortofrutta ai cereali fino alle piante ornamentali, con perdite tra le aziende agricole, variabili di anno in anno e a seconda delle zone, fino al 90% dei raccolti”.