Protesta la Polizia Penitenziaria dopo l’ultima aggressione che si è consumata nella Casa di reclusione di Alba. “Colpa della scelleratezza di alcuni internati, che si sono resi protagonisti di altrettante vili e proditorie aggressione nella struttura intitolata all’Agente di Polizia Penitenziaria Giuseppe Montalto, ucciso dalla mafia”, riferisce Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Un internato, che già nel fine settimana aveva danneggiato l’impianto elettrico e beni dell’Amministrazione, ieri pomeriggio ha aggredito, senza alcun motivo prima il poliziotto penitenziario il preposto alla sorveglianza (poi refertato dal pronto soccorso con trenta giorni di prognosi) e successivamente i due colleghi intervenuti per aiutarlo (contusi anche loro e con prognosi di sette e cinque giorni). A questo episodio si aggiunge quello di lunedì mattina quando un altro internato ha aggredito un altro Agente di sezione, poi refertato con prognosi di quattro giorni. In entrambe le occasioni è intervenuto anche il neodirettore e il comandante di reparto di rientro dalla sede di missione”.
“Sono stati momenti di grande tensione”, denuncia il sindacalista del SAPPE, che esprime solidarietà ai colleghi feriti e rimarca come “nel carcere di Alba vi sono 33 internati sottoposti a misura di sicurezza detentiva per pericolosità sociale e il presidio sanitario è operativo dalle 8 alle 20, lasciando la gestione sanitaria serale/notturna al medico di guardia (non sempre presente). Si aggiunga che lo specialista psichiatrico c’è una volta a settimana o su richiesta specifica, tant’è che sovente occorre attivare procedure di urgenza in ospedale per le valutazioni urgenti”.
“La situazione penitenziaria è sempre più critica”, dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che ribadisce: “Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. Servono, e il SAPPE lo rivendica da tempo, urgenti provvedimenti per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola taser”.