CUNEO - Nuove accise UE sul vino? "Sarebbe un colpo ingiustificato alla nostra viticoltura"

L'intervento dei vertici di Confcooperative Piemonte e dell'associazione Vignaioli Piemontesi: "Si metterebbero a rischio migliaia di posti di lavoro"

Redazione 13/02/2025 10:17

Le nuove proposte della Commissione Europea in materia di tassazione e regolamentazione del vino rischiano di infliggere un colpo durissimo a un settore che rappresenta non solo un’eccellenza produttiva, ma anche un pilastro economico e sociale per il Piemonte. L’ipotesi di una maggiore imposizione fiscale e di restrizioni alla commercializzazione del vino solleva preoccupazioni per il futuro di migliaia di imprese, compreso il mondo della cooperazione, che in Piemonte gioca un ruolo strategico con oltre 40 cantine cooperative e circa 6.000 soci viticoltori, responsabili del 40% della produzione regionale.
 
Le misure proposte all’interno del nuovo documento di lavoro della Commissione Ue del piano Beca (Beating Cancer) comprenderebbero l’aumento delle accise sul vino, la limitazione delle vendite transfrontaliere e l’introduzione di etichette con avvertenze sanitarie obbligatorie, le cosiddette health warnings presenti sui pacchetti di sigarette. "Queste politiche mirano a ridurre il consumo di bevande alcoliche nell’Unione Europea, ma ignorano le peculiarità del settore vitivinicolo, il suo legame con il territorio e la sua importanza economica per regioni come il Piemonte. La riduzione della competitività dei produttori locali, unita all’incertezza normativa, potrebbe mettere a rischio migliaia di posti di lavoro e penalizzare un comparto che già affronta numerose sfide", scrive in un comunicato stampa Confcooperative Piemonte. 
 
Confcooperative Fedagripesca Piemonte ha espresso forti perplessità nei confronti di misure che "non tengono conto della specificità della filiera vitivinicola e del valore che essa genera per l’intero territorio". "La nostra regione è la seconda in Italia per fatturato nel comparto, con un giro d'affari di 1,248 miliardi di euro nel 2024. Basta questo dato per comprendere la portata del rischio nell’adozione di politiche comunitarie così pesanti. Il vino piemontese è sinonimo di qualità, cultura e identità territoriale: trattarlo alla stregua di un prodotto dannoso tout court significa colpire un intero sistema produttivo che opera con il massimo rispetto di elevati standard in termini di sostenibilità e sicurezza alimentare", sottolinea Roberto Morello, Presidente di Confcooperative Fedagripesca Piemonte.
 
La cooperazione vitivinicola piemontese ha sempre dimostrato la capacità di innovare e rispondere alle sfide del mercato, come dimostrano i recenti dati sulla produzione e sulle esportazioni emersi da L’Annata Vitivinicola in Piemonte 2024, l’annuale pubblicazione curata da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte. "Tuttavia, l'introduzione di nuove accise e limitazioni commerciali rischia di compromettere questa crescita, penalizzando un comparto che già deve affrontare le difficoltà legate al cambiamento climatico e alla concorrenza internazionale", prosegue il comunicato: "L’auspicio è di vedere da parte delle istituzioni europee il riconoscimento del valore del vino come prodotto di cultura e tradizione e una completa revisione delle misure punitive che avrebbero conseguenze disastrose per l’intera filiera". "Non si tratta solo di difendere un prodotto o un settore economico, ma di tutelare il lavoro di migliaia di persone e di imprese che, anche attraverso il modello cooperativo, garantiscono la qualità e l’unicità della produzione locale. Ci aspettiamo che tutti gli attori pubblici coinvolti agiscano prontamente per impedire un colpo ingiustificato alla nostra viticoltura", conclude Eugenio Arlunno, Presidente di Vignaioli Piemontesi.

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