“Business profit o responsabilità sociale: perché scegliere?”. È il tema su cui si sono incentrati i lavori dell’assemblea dei Giovani Imprenditori con un parterre di relatori eccellenti. Ad ospitare l’evento un palco giovane e istituzionale, il NUoVO di Cuneo, ex Nuvolari Libera Tribù, location simbolo recuperata e restituita alla città come Centro multifunzionale per lo sport, la musica e l’arte, grazie all’impegno dei Giovani Industriali. Hanno portato il loro saluto, dopo il benvenuto del direttore generale di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio, la sindaca Patrizia Manassero, il presidente degli Industriali cuneesi, Mariano Costamagna, il presidente della Camera di Commercio e past president, Mauro Gola e il presidente GGI Confindustria Piemonte Andrea Notari.
Ad aprire gli interventi, la prolusione del presidente dei GGI Cuneesi. Matteo Rossi Sebaste ha iniziato la sua riflessione, partendo dall’opera d’arte “Confluenze” voluta dai giovani imprenditori per impreziosire il NUoVO e da quanto la bellezza generi un valore aggiunto per la società, per poi entrare nel vivo del tema, partendo da un dato di fatto che suscita preoccupazione e di cui occorre prendere urgente consapevolezza, il calo demografico. “Da sempre gli imprenditori sono degli attivatori sociali, capaci di individuare la direzione in cui evolve la società, e talvolta, quasi come dei capitani, agire per fare delle correzioni di rotta”.
“Nel 2018, in Italia per la prima volta il numero degli over 60 ha superato quello degli under 30. Se nel 1861 gli under 30 erano più del 60% della popolazione italiana, oggi questa percentuale è al 28,4% e il rapporto tra giovani e anziani sarà 1 a 3 entro il 2050. Approfondendo questi dati, uno in particolar modo mi ha colpito: quello che riguarda le dimissioni volontarie legate all’arrivo di un figlio”, ha proseguito Matteo Rossi Sebaste: “Il 51% delle donne che decidono di rinunciare al proprio posto di lavoro, lo fanno per ragioni di incompatibilità con il lavoro stesso o per mancanza di servizi di cura adeguati, perché non c'è una rete che le sostenga. In tutta sincerità, come imprenditore, come cittadino, di questo mi sento responsabile… ed aggiungo che non ne vado affatto orgoglioso. Mi chiedo come sia possibile che in Italia, nelle nostre aziende, nelle nostre città una giovane donna o una giovane famiglia così spesso si trovino nella condizione di scegliere tra una nascita o uno stipendio”.
Ha stigmatizzato il presidente Sebaste: “Pensiamo a tutte le volte in cui abbiamo negato anche solo una mezz’ora di flessibilità oraria per un periodo ad una giovane madre, ad un giovane padre e magari lo abbiamo fatto trincerandoci dietro alla frase “non possiamo creare un precedente”. Ma senza renderci conto del fatto che per quanto piccola o difficoltosa sia la nostra organizzazione aziendale ha comunque più possibilità di gestire rispetto a quella di una famiglia. Abbiamo più mezzi, abbiamo più possibilità, ed abbiamo di conseguenza maggiore responsabilità”.
“Le culle vuote di oggi – ha concluso - significano banchi vuoti e posti di lavoro che non saranno occupati domani, con delle perdite di professionalità, di storia, di know-how dalle conseguenze drammatiche. Come imprenditori abbiamo una grande responsabilità”.
A seguire, nella modalità like ted conference, gli interventi di Gianluca Serale – presidente NUoVO Cuneo, Cristina Clerico, assessore alla Cultura del Comune di Cuneo, Patrizia Paglia, amministratore delegato Iltar Italbox S.p.A., (già presidente di Confindustria Canavese), Marco Bertoluzzo, direttore Consorzio Socio Assistenziale Alba Langhe Roero, Maria Raffaella Caprioglio, presidente Umana S.p.A., Stefano Pesci, direttore Cantina Terre del Barolo Soc. Coop. Agricola, Enrico Conforto, dottore in Economia e Finanza Università Bocconi, che hanno declinato la responsabilità sociale in cultura, bellezza, talento, passione, inclusione sociale, opportunità. Chiavi che sostengono la catena del valore per disegnare il futuro della società.
A chiudere i lavori assembleari, Andrea Marangione vice presidente GI Confindustria (“Il cuore di Confindustria non è la contrapposizione, ma una sinergia armoniosa tra profitto e responsabilità sociale”) e il presidente Matteo Sebaste: “Insieme, in questa casa possiamo costruire un presente in cui profitto e responsabilità sociale siano il riflesso del nostro impegno per il bene comune”.