La grandinata che si è verificata ieri su alcune zone della Langhe ha avuto connotati di eccezionalità. A ribadirlo è Jacopo Zannoni, meteorologo e "cacciatore di tempeste", che da dodici anni, con il team di Zena Storm Chaser, segue le supercelle, gli intensi temporali che scaricano al suolo ingenti quantità di grandine, producono raffiche di vento devastanti e, talvolta, partoriscono i fenomeno tornadici.
“Nella giornata di ieri i venti di bora hanno concentrato tutta l’energia disponibile sulle zone occidentali della pianura Padana - spiega Zannoni -. Il passaggio di un piccolo disturbo in quota ha fatto il resto”. Verso le 12.50 si formano i primi temporali sul Torinese. Uno di essi, nato nella zona di Moncalieri, prende più potenza degli altri. Alle 13.45 circa è su Santena, dove vengono segnalate le prime grandinate. Da lì si sposta rapidamente verso sud est entrando nel territorio cuneese, assumendo sempre di più la tipica forma a V sul radar, tipica delle supercelle. Sono segnalate le prime grandinate devastanti su Corneliano d’Alba e Monticello d’Alba, con chicchi di 4 centimetri di diametro. Alle 14.40 è su Alba città. Dopo essere transitata sul capoluogo delle Langhe la sua potenza si incrementa ulteriormente. “Abbiamo registrato chicchi fino a 7 centimetri di diametro nelle zone di Cortemilia e Perletto - prosegue Zannoni -. Supercelle di quella portata in quella zona sono molto rare: è infatti difficile che si crei il wind shear, gradiente del vento positivo, cioè in senso orario dal terreno alla quota, tale da favorire lo sviluppo di ammassi temporaleschi di quel tipo”.
Eppure, intorno alle 15, Cortemilia è stata interessata da un evento che forse non ha paragone negli ultimi anni. Chicchi come palle da tennis hanno devastato le colture, le auto in sosta e persino danneggiato le abitazioni. “Uscita dal lavoro ho avuto un'amara sorpresa vedendo la mia auto, ma il vero danno lo ho avuto a casa”, raccontava ieri una residente mentre raccoglieva le tegole cadute dal proprio tetto.
“Un’altra caratteristica di questo temporale - aggiunge Zannoni - è stata la differente direzione rispetto alle correnti in quota. Il sistema ha infatti deviato verso sud est, nonostante le correnti in quota fossero ovest-est. Riconoscere e prevedere questo tipo di cambio di percorso, rispetto a quanto ci si possa aspettare, è essenziale per mettersi al riparo il prima possibile”. Di fronte a fenomeni di questo tipo, sorge poi spontaneo pensare alle possibili correlazioni con il surriscaldamento globale. “In realtà non c’è correlazione tra aumento del caldo e fenomeni estremi, ma si registra l’aumento di grandine di grossa taglia - conclude Jacopo Zannoni -. Ultimamente si hanno meno eventi, ma è più facile che portino grandinate devastanti”.