Vendemmia partita nei tempi canonici quest’anno in Piemonte e prospettive di una qualità molto buona per le uve. E’ quanto afferma Coldiretti Piemonte nel commentare l’annata 2020 che ha visto perdere il margine di anticipo di quindici giorni accumulato in primavera a causa delle ripetute piogge a carattere temporalesco fra giugno e luglio.
Il Covid non intaccherà la leadership dell'Italia come principale produttore mondiale di vino. La vendemmia 2020, infatti, dovrebbe toccare i 47.2 milioni di ettolitri, facendo registrare solo l’1% di calo rispetto allo scorso anno, ma confermando il primato produttivo italiano visto che per Francia e Spagna si prevedono rispettivamente 43,4 e 43 milioni di ettolitri.
In Piemonte si stimano 2,7milioni di ettolitri di vino con un aumento del 5% rispetto allo scorso anno con l’avvio della vendemmia partita con l’Alta Langa, che è già in cantina, e che sta continuando con la raccolta delle uve Moscato, Arneis, Chardonnay, Erbaluce, Gavi, Timorasso e che si proseguirà con Dolcetto, Barbera e Nebbiolo per concludersi entro la prima metà di ottobre.
“Se sulla qualità si prospetta un’ottima annata a intimorire è l’export - commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – segnato dalla pandemia che ha messo in crisi soprattutto il canale Ho.Re.Ca. dove i nostri pregiati vini trovavano, solitamente, gran parte del loro mercato. Il vino piemontese, proprio per le sue elevate qualità, era particolarmente richiesto in Cina, Giappone, Stati Uniti e Gran Bretagna. Il Covid ha, quindi, inasprito problematiche commerciali relative alla minaccia, fortunatamente sfumata poco prima di Ferragosto, dei nuovi dazi USA e all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Certo, quella di quest’anno è una vendemmia insolita, influenzata dalle misure di sicurezza anti-contagio e dalle difficoltà di spostamento degli stagionali agricoli stranieri, a causa del vincolo della quarantena per i Paesi più a rischio. Per questo abbiamo chiesto alla Regione la possibilità di attuare la ‘quarantena attiva’ che possa semplificare l’iter delle imprese agricole che hanno ormai il tempo contato per procedere ed ultimare la raccolta”.