BRA - "Afghanistan, esprimiamo vicinanza alle più grandi vittime di questa tragedia: le donne"

La Consulta Pari Opportunità di Bra: "Ci si chiede come mai tutto questo possa accadere senza che l’intera umanità inorridisca e prenda dei provvedimenti immediati"

23/08/2021 12:08

Riceviamo e pubblichiamo.
 
La Consulta per le pari opportunità della città di Bra esprime lo sconcerto e la rabbia per la situazione che si è creata in Afganistan. Sconcerto e rabbia per tutti gli innocenti coinvolti che chiedono solo di essere liberi. Ma, soprattutto, esprime vicinanza e solidarietà alle più grandi vittime di questa immane tragedia: le donne. Le donne afgane, che per un ventennio hanno sperato nel cambiamento e nell’emancipazione, si trovano adesso a dover soccombere alle violenze dei propri uomini, senza poter godere di alcun elementare diritto. Torneranno ad essere trattate come schiave, ad essere umiliate, picchiate, segregate e violentate nel nome di un diritto di proprietà che nessuna religione ha mai dichiarato. La loro viva intelligenza verrà mortificata e nascosta sotto un burqa spesso e buio. Perderanno la loro voce le donne afgane e perderanno qualsiasi diritto nella gestione della propria vita e di quella dei propri figli. Verranno ributtate nei pozzi oscuri dell’oblio dove nessuno dovrà sentirne parlare o cercare di parlarne. Saranno delle anime fantasma che raramente vedranno la luce del sole e raramente sentiranno il timbro della propria voce. Ci si chiede come mai tutto questo possa accadere senza che l’intera umanità inorridisca e prenda dei provvedimenti immediati. La presenza straniera per vent’anni nel territorio afgano ha  modificato la situazione politica iniziale e ha permesso alle donne di sperare in un futuro di libertà. Ma il tentativo, molto azzardato, di mettere la libera gestione dello Stato nelle mani di un fragile corpo politico, ha fatto precipitare le cose lasciando tutto in mano ad una minoranza arrogante e violenta che, con la rapidità di un uragano, ha fatto tornare indietro l’orologio del tempo e della civiltà. Questa sconfitta, però,  non è limitata ad una popolazione ma appartiene all’umanità. Perché è l’umanità che piange la propria incapacità di garantire i diritti più elementari a propri figli; è l’umanità che piange milioni di vittime innocenti siano essi uomini, donne o bambini; è l’umanità che lascia parlare la violenza cieca che impone ed uccide; è l’umanità che non sa mediare le varie esigenze nel rispetto della libertà di pensiero.  La Consulta per le pari opportunità, come tutte le persone del mondo che credono nei diritti fondamentali, prende posizione attiva schierandosi apertamente a favore delle donne afgane che adesso stanno vivendo un momento buio della loro storia e che stanno rischiando la vita specialmente se acculturate e  indipendenti. È vicina a tutte coloro che stanno soffrendo per questa tragedia e unisce la propria voce al coro di richieste di intervento della Comunità europea al fine di trovare un modo per attivare un canale umanitario per salvare più persone possibili.
 
La presidente, i rappresentanti della Consulta per le pari opportunità e la Consigliera delegata alla Consulta Pari Opportunità di Bra
 

c.s.

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