“Le istituzioni prendano atto del ruolo fondamentale degli invasi per fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici, che da un lato portano a lunghi periodi di siccità e dall’altro a fenomeni estremi come le alluvioni”. Lo ha affermato ieri mattina il senatore cuneese Giorgio Maria Bergesio, nel corso del seminario “Cambiamenti climatici: il ruolo dei bacini idrici”, promosso a Cherasco dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Cuneo con il patrocinio di Fiopa.
“In materia di cambiamenti climatici e tutela della risorsa idrica, ho presentato emendamenti e approvato risoluzioni in Commissione Agricoltura”, ha aggiunto Bergesio. Senza acqua non può esserci vita né agricoltura. In Italia l’85% delle colture agroalimentari è irriguo. “La disponibilità della risorsa acqua è quindi essenziale per mantenere in vita il sistema agricolo, senza il quale è a rischio la competitività del made in Italy agroalimentare e la vitalità dei territori”, ha detto ancora il senatore. L’acqua, infatti, genera un quinto del Pil nazionale. Ma in Italia gli investimenti annui sulla rete idrica sono pari a 40 euro per abitante (30 al Sud), contro la media europea di 100 euro (siamo all’ultimo posto in Europa).
Bergesio ha proseguito: “Nell’ottica di una gestione sostenibile della risorsa acqua bisogna incentivare una gestione flessibile dei deflussi ecologici, incoraggiare l’evoluzione del comparto agricolo, ma soprattutto è di fondamentale importanza la realizzazione di invasi che consentano da un lato di fronteggiare l’indisponibilità delle risorse idriche e dall’altro tutelino il territorio in caso di eventi estremi, come le alluvioni che ormai sempre più frequentemente devastano la nostra Regione”.
“A questo proposito, da tempo, in Parlamento e in Commissione Agricoltura, chiedo una maggiore attenzione alla prevenzione, la difesa e la salvaguardia idraulica del suolo”, ha dichiarato il senatore. E inoltre: “Come Parlamento puntiamo prima di tutto ad aumentare la capacità di immagazzinamento della risorsa (si stima che l’89% dell’acqua piovana annua non viene utilizzato ma lasciato fluire in mare) attraverso la realizzazione di una rete di piccoli-medi invasi con basso impatto paesaggistico da destinare ad uso plurimo, civile, irriguo, industriale, per la produzione di energia ed altro, in modo da contribuire alla riduzione del rischio idrogeologico e alla carenza della risorsa idrica e per scongiurare gli effetti disastrosi degli eventi alluvionali, con una ricaduta importante su ambiente e occupazione. Si tratta di progetti che potrebbero inoltre favorire la permanenza dei presidi umani e degli insediamenti produttivi nelle zone montane più marginali e a rischio spopolamento”. Infine Bergesio ha concluso: “Anche alla luce del Pnrr, i prossimi anni saranno decisivi per un cambio di passo, non possiamo sprecare questa occasione”.