“Il ricorso per l’annullamento è rigettato”. È netto e inequivocabile il pronunciamento della Regione Piemonte in merito al ricorso presentato dalla sezione cittadina dell’associazione Italia Nostra onlus, che chiedeva la revoca della deliberazione del Consiglio comunale di Bra del 27 ottobre scorso, con la quale è stata approvata la prima variante parziale al Piano Regolatore Generale comunale vigente. L’esito del decreto, a firma del Presidente della Giunta regionale, è stato commentato ieri sera, mercoledì 15 marzo 2017, nell’ambito di una partecipata conferenza stampa nel Palazzo municipale di Bra.
Il sindaco Bruna Sibille ha illustrato le fasi dell’iter che, dall’avvio di procedimento, ha portato all’approvazione definitiva della Variante parziale: 20 mesi di lavoro puntuale e approfondito, durante i quali la Commissione Urbanistica si è riunita 24 volte, vagliando le 93 domande presentate dai privati, di cui 63 accettate, e rispondendo puntualmente alle 34 osservazioni pervenute. La prima cittadina ha poi analizzato alcuni dei punti evidenziati dall’associazione braidese a motivazione del ricorso, nessuno dei quali accolto. Il supposto consumo di suolo non sussiste, “le aree in oggetto (in particolare, strada Gariglio e strada Gandini) sono già recintate, edificate e frapposte tra aree residenziali consolidate; non si tratta, in sostanza, di suolo agricolo”. Rispetto alla monetizzazione totale, la Variante parziale ha introdotto per tre interventi la possibilità di ricorrere alla monetizzazione dell’intero standard urbanistico, “in un’ottica di favorire il recupero del patrimonio edilizio esistenti – ha spiegato il sindaco Bruna Sibille -. Gli ambiti interessati (Molino braidese e due edifici in via Cavour e via Vittorio Emanuele II) riguardano tessuti molto compromessi, nei quali non sarebbe tecnicamente possibile recuperare le superfici a servizi”. Per quanto attiene i cambi di destinazioni d’uso, l’obiettivo è quello di riqualificare e valorizzare edifici esistenti, come nel caso di Palazzo Garrone, che rimarrebbe comunque di proprietà del Comune, o di dare nuova vita a zone degradate, come per la realizzazione di aule per universitari a Pollenzo.
“Non si discute il diritto alla critica, legittimo e spesso utile al confronto – ha commentato Sibille -, ma la cecità con cui questo ricorso è stato presentato: puntare all’annullamento totale della variante, come richiesto da Italia Nostra Bra, avrebbe significato buttare a mare le legittime richieste dei nostri concittadini, frenare interventi di tipo produttivo con relativi positivi sviluppi in termini occupazionali e impedire il recupero edilizio di zone degradate”.