BRA - La mamma di Pamela Mastropietro contro il Comune di Bra: “Nessun patrocinio per l’evento su mia figlia”

Alessandra Verni, madre della ragazza assassinata a Macerata, ha partecipato sabato alla presentazione del libro di Francesca Totolo: “La violenza riguarda tutti”

Redazione 14/10/2024 14:25

Sabato scorso l’Auditorium Bper di Bra ha ospitato la presentazione del libro “Le vite delle donne contano" della giornalista Francesca Totolo, alla presenza di Alessandra Verni, la madre di Pamela Mastropietro.
 
La ragazza, appena diciottenne, venne violentata e assassinata a Macerata nel 2018 da Innocent Oseghale, che poi fece a pezzi il suo cadavere. Allontanatasi dalla comunità di recupero in cui era ospitata in quel periodo, nel comune maceratese di Corridonia, la giovane raggiunse il capoluogo e si imbattè in Oseghale, uno spacciatore nigeriano. Il suo corpo venne ritrovato nella notte chiuso in due valigie. L’allora 29enne Oseghale, in Italia dal 2014, aveva abbandonato un programma di assistenza ai rifugiati ed era noto negli ambienti dello spaccio: nel gennaio scorso la Cassazione ha confermato contro di lui la pena dell’ergastolo.
 
La storia di Pamela è stata al centro dell’incontro braidese, organizzato con la partecipazione dei consiglieri del centrodestra Giuliana Mossino e Carlo Patria. Alessandra Verni, intervenuta alla presentazione, polemizza con l’amministrazione comunale per la mancata concessione del patrocinio: “Durante la presentazione, ho appreso con dispiacere che il Comune di Bra ha deciso di non patrocinare questa iniziativa, ritenendo di non sposare la causa. Una scelta che trovo difficile da comprendere, soprattutto considerando che il libro affronta storie reali di donne vittime di violenza, tra cui donne bianche uccise da immigrati, ma anche donne e bambine di altre etnie vittime dei loro stessi connazionali”.
 
“La violenza è un problema che riguarda tutti, indipendentemente da orientamenti politici o razza” continua Verni: “È fondamentale che le istituzioni comprendano l’importanza di affrontare questa tematica senza pregiudizi e senza bandiere ideologiche. La lotta contro la violenza deve unirci, non dividerci. È essenziale che ci sia una maggiore sensibilità verso le vittime e le loro famiglie, e che si lavori insieme per prevenire che simili tragedie si ripetano. Il silenzio e la mancata adesione a queste cause non fanno altro che perpetuare l’indifferenza e l’inefficienza”.

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