“Il biodigestore fatelo altrove, Borgo ha già dato”. Decisamente movimentato, nella serata di ieri, mercoledì 14 novembre, l'incontro organizzato presso la sala polivalente di piazza della Meridiana a Borgo San Dalmazzo. Il tema era quello del nuovo biodigestore che potrebbe essere realizzato nell'area della ex discarica, oggi impianto di compostaggio, di San Nicolao. Un progetto al quale i tanti borgarini intervenuti, però, si oppongono con forza.
Nella prima parte della serata il direttore di Acsr Marcella Berta, il vice Cristiana Giraudo e l'amministratore Maurizio Pezzoli, insieme al presidente dell'ATO Cuneo Elio Allario, hanno illustrato il progetto: l'obiettivo, hanno riferito i relatori, è ammodernare l'impianto attualmente esistente implementando i processi anaerobici nel trattamento dei rifiuti, arrivando a rifornire di biometano tutto il territorio provinciale. Si prevede che il nuovo impianto, del costo di circa 13,4 milioni di euro, dovrà gestire 35 mila tonnellate all'anno di rifiuti organici differenziati e 10 mila di sfalci del verde, per arrivare ad una produzione di biometano di 2200 tonnellate annue (30.800 Mwh/anno), necessaria per ottenere incentivi statali e per rendere redditizio il biodigestore. Oggi il sito ne gestisce rispettivamente 10500 e 7600. In pratica, per rendere remunerativo l'impianto dovrebbero essere conferiti a Borgo San Dalmazzo i rifiuti organici differenziati di tutta la provincia di Cuneo, e non solo quelli dei 54 Comuni di Acsr.
Con la contestuale chiusura della linea che gestisce plastica e carta, però, il carico complessivo dell'impianto si ridurrebbe: da 80 mila tonnellate all'anno a circa 75 mila. Il consumo di suolo salirebbe di 2400 metri quadri, così come il consumo d'acqua, che passerebbe da 4 mila a 20 mila metri cubi l'anno. Minimo l'impatto sulla viabilità, stimato in 3-4 mezzi in più al giorno in transito sulla variante che conduce all'impianto. Gli scarti dell'impianto sarebbero più che raddoppiati (da 1500 a 3600 tonnellate all'anno), la produzione di compost aumenterebbe da 4500 a 11 mila tonnellate all'anno. Il nuovo biodigestore, secondo quanto spiegato dai referenti di Acsr, dovrebbe invece permettere un maggiore contenimento degli odori, problematica “storica” per gli abitanti di Borgo San Dalmazzo, ma quest'ultima affermazione è stata messa in dubbio da molti dei presenti.
Il progetto, al di là della questione odori, è stato aspramente criticato durante la serata sotto molti aspetti. Questa, in sostanza, l'opinione quasi unanime della platea: “A Borgo San Dalmazzo abbiamo già dato, da 50 anni sopportiamo gli odori della discarica, ora tocca a qualcun altro”. Altri hanno lamentato l'assenza di vantaggi, anche economici per i cittadini di Borgo a fronte dell'onere di “accollarsi” la realizzazione dell'impianto sul proprio territorio (qualcuno ha chiesto la cancellazione della Tari per i residenti), altri ancora hanno messo in dubbio gli effettivi benefici per la collettività che si trarrebbero da un impianto di questo genere e di queste dimensioni. Secondo molti, infatti, conferire a Borgo San Dalmazzo tutto l'organico della Granda potrebbe non bastare per rendere l'impianto sufficientemente redditizio in termini di produzione di biometano e quindi di rientro dell'investimento iniziale (previsto dallo studio di fattibilità in circa 10 anni). Messa in dubbio anche la stessa possibilità di portare a Borgo San Dalmazzo i rifiuti organici della provincia di Cuneo. “Perchè, per esempio, il Comune di Alba dovrebbe accollarsi i costi di trasporto fino a Borgo invece di portare i rifiuti in siti più vicini, in provincia di Asti?” ha chiesto l'assessore borgarino Mauro Fantino, che ha poi aggiunto: “Già in passato sotto questo punto di vista ci sono state fatte proposte e promesse allettanti, poi puntualmente disattese, con inquinamento delle falde acquifere e addirittura cascine sgomberate”. Critico anche l'intervento di Ettore Zauli, agronomo ed ex consigliere comunale di Borgo San Dalmazzo, che ha denunciato lo stato di abbandono della zona della ex discarica, chiusa nel 2009: “In quell'area ci sono solo rovi, non sono stati fatti interventi per il recupero e la riqualificazione ambientale”. “Nel programma elettorale dell'attuale amministrazione di Borgo c'era la delocalizzazione della discarica, e ora ci proponete questo progetto? E' una pazzia!”, ha attaccato Mario Parola, ex candidato sindaco nel comune borgarino. Tra i favorevoli, invece, il consigliere comunale di maggioranza Francesco Papalia.
A chiudere la serata l'intervento della deputata PD, la borgarina Chiara Gribaudo, interrotto dalle rimostranze dell'assessore all'Ambiente del Comune di Borgo San Dalmazzo Giuseppe Bernardi. “Vengo a sapere che la realizzazione di questo impianto è stata decisa durante un convegno di cui non ero nemmeno a conoscenza”, ha esordito la parlamentare riferendosi ad una precedente dichiarazione di Elio Allario, con l'assessore che ha replicato: “Falso, eri stata invitata e non hai nemmeno risposto!”. Dopo un acceso scambio di battute la Gribaudo ha concluso: “E' sbagliato essere contrari a prescindere, non è nella mia cultura e non lo farò nemmeno in questo caso, ma da borgarina mi permetto di sollevare qualche perplessità su un progetto che mi sembra troppo ambizioso sotto tanti punti di vista. Decisioni come questa vanno prese con calma e riflettendo a fondo, qui invece mi pare si stia correndo”.
Lo studio di fattibilità è disponibile sul sito internet della Provincia, che raccoglierà fino a domani, venerdì 15 novembre, osservazioni tecniche eventualmente pervenute. A dicembre è poi in programma l'assemblea dei sindaci dei territori coperti da ACSR che darà il suo parere sul progetto. Nelle prossime settimane altri incontri informativi saranno organizzati anche in altri comuni.