BORGO SAN DALMAZZO - A Borgo sono iniziati i lavori per il biodigestore: "I consumi stanno aumentando, è la strada giusta"

Ieri la prima e la quinta Commissione del Comune di Cuneo si sono riunite presso il sito borgarino di Acsr. Manassero: "Obiettivo trattare i rifiuti del territorio, non andare sul mercato"

Andrea Dalmasso 20/11/2024 08:54

Il cantiere è stato consegnato lunedì 11 novembre, in questi giorni sono in corso i lavori di preallestimento e si prevede di iniziare concretamente la realizzazione nelle prossime settimane: l’obiettivo è iniziare la marcia provvisoria a gennaio del 2026 alimentando uno dei due digestori. Ieri, martedì 19 novembre, la prima e la quinta Commissione del Comune di Cuneo si sono riunite “in esterna”, presso l’impianto Acsr di Borgo San Dalmazzo: nel sito di San Nicolao sorgerà il discusso biodigestore, per il quale è stato ottenuto un contributo PNRR di 12 milioni e 851 mila euro. A fare il punto della situazione, insieme alla sindaca Patrizia Manassero e ai consiglieri delle due commissioni citate, c’erano Pier Cella Mazzariol, ad della Entsorga che realizzerà l’impianto, Cristiana Giraudo e Giancarlo Isaia, rispettivamente direttrice generale e presidente di Acsr.
 
Ad aprire i lavori la prima cittadina, che la scorsa settimana ha preso parte alla visita al biodigestore di Asciano, provincia di Siena, realizzato dalla stessa Entsorga: “Durante la visita abbiamo notato la totale assenza di odori, dovuta alla lavorazione anaerobica. Con questo impianto risolveremo il problema anche per quest’area geografica”. “Andremo anche a produrre biometano, riducendo lo scarto che va in discarica. Se ragioniamo in base all’impatto ambientale, abbiamo sicuramente intrapreso la strada giusta”, ha detto Isaia. 
 
A prendere la parola, poi, l’ingegner Cella Mazzariol: “L'obiettivo è mettere a disposizione la miglior tecnologia per l'ambiente. I consumi stanno crescendo e con loro i rifiuti, con la tecnologia dobbiamo cercare di ridurre il nostro impatto sull’ambiente”.
 
Il dibattito tra i consiglieri
Dopo il sopralluogo direttamente nell’area dove sorgeranno i nuovi impianti, si è aperto il dibattito tra i consiglieri. I primi a intervenire sono stati i “critici”. “Abbiamo sollevato dei dubbi non per partito preso, ma per capire meglio il perché delle cose”, ha detto Paolo Armellini (Indipendenti), che ha posto quesiti su tanti dei punti dibattuti in questi anni: dal dimensionamento dell’impianto (giudicato troppo grande da chi vi si oppone) al dispendio energetico, passando per il consumo di acqua, l’impatto sulla viabilità e l’effettiva disponibilità degli altri consorzi provinciali a conferire i rifiuti a Borgo San Dalmazzo: l’obiettivo di Acsr, infatti, è smaltire a Borgo non solo l’organico dei 54 Comuni Acsr, ma anche quello degli altri tre consorzi provinciali. “Si parla di 45 mila tonnellate perchè l’impianto sia economicamente sostenibile, forse 60 mila: oggi la provincia arriva a 39.500”, ha detto Armellini.
 
Perplessità condivise anche da Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni): “Non sappiamo se riusciremo ad avere la quantità di conferimento indispensabile per rendere economicamente sostenibile il biodigestore. Rischiamo di dover fare dei ‘giri della madonna’ per averlo, oppure essere indotti ad aumentare i consumi”. Dubbi espressi anche da Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia): “Siamo d'accordo che la tecnologia è ambientalmente sostenibile, ma vogliamo numeri precisi: quante tonnellate di rifiuti serviranno per renderlo sostenibile? La posizione non baricentrica, questo non è sostenibile ambientalmente”.
 
Favorevoli, invece, Elio Beccaria e Mario Di Vico (Cuneo Civica): “Bisogna partire subito, senza altri sprechi di parole e senza trovare nuovi problemi. Questo impianto sarà una risorsa per tutti i 54 Comuni soci”, ha detto quest’ultimo.
 
Pienamente a favore anche Vincenzo Pellegrino (Centro per Cuneo): “Questo progetto è stato boicottato da alcuni, anche da aziende che hanno proposto prezzi per lo smaltimento assolutamente non sostenibili. Sono contento che abbiamo resistito agli attacchi, da parte di chi si è opposto spesso abbiamo sentito prese di posizione dettate da ignoranza sull’argomento” (parole, queste ultime, che hanno provocato la dura reazione di Sturlese). A chiudere l’intervento di Franco Civallero (Forza Italia): “Quando si apre uno stabilimento nuovo non si ha mai la certezza di avere subito il necessario per farlo funzionare bene: il rischio c'è sempre, ma col tempo le cose si mettono a posto. Senza quest’impianto quest'area verrebbe abbandonata, sarebbe lo sfacelo”.
 
Le repliche di Entsorga e Acsr
A rispondere per primo ai quesiti emersi durante il dibattito tra i consiglieri è stato l’ad di Entsorga Cella Mazzariol: “È giusto avere i dubbi, il dibattito è utile. Ci sono scelte politiche che fate voi amministratori, io da ingegnere posso dire cosa è vero e cosa no. Posso dire innanzitutto che non c'è consumo di acqua nel nostro processo: non ne utilizziamo, è un dato certo e inconfutabile. Per quanto riguarda l’energia, consumiamo il 10% dell’energia che produciamo. L’energia che consumiamo è prodotta dal nostro stesso lavoro”. Poi il chiarimento sul dimensionamento dell’impianto: “Per gli impianti medio piccoli il problema non è solo legato alla sostenibilità economica, ma anche di gestione. Gli impianti piccoli sono soggetti a più problematiche, più soggetti a rotture. Noi abbiamo iniziato con gli impianti piccoli, poi siamo cresciuti in dimensioni. Ci sono problemi gestionali e solo con gli impianti di una certa dimensione c’è possibilità di avere staff e sorveglianza, un impianto piccolo non se li potrebbe permettere. In ogni caso io penso che sia meglio fare un impianto non nel posto ideale piuttosto che non far nulla. Chi non fa nulla perde. In questo paese chi non ha fatto nulla per migliorare sotto questo aspetto, oggi ha costi insostenibili per lo smaltimento dei suoi rifiuti, in alcuni casi vedendosi costretto a trasportarli all’estero”.
 
Io penso che serva fiducia nelle istituzioni. Sono stato accanto ad Acsr in tutto il processo di autorizzazione di questo impianto. Abbiamo prodotto più di 2 mila pagine di progetto per valutare a fondo ogni aspetto, compreso l'impatto ambientale. Arpa, Asl e altri enti hanno speso ore per l'analisi, dando parere positivo”, ha chiuso Mazzariol.
 
Altre risposte da parte di Isaia: “Quello proposto è impianto di ultima generazione, ed è anche un modo di continuare a controllare la discarica. Ottimizziamo il tutto. Per quanto riguarda la viabilità l’aumento previsto è di quattro mezzi al giorno in più rispetto ad oggi. Ogni tanto vengono sparati numeri incredibili e non veri”. Per quanto riguarda la disponibilità degli altri consorzi provinciali a conferire a Borgo San Dalmazzo, Isaia ha parlato di un accordo attuativo sottoscritto nel 2023 con l’area albese che prevede collaborazione anche per quel che riguarda lo smaltimento dei rifiuti. 
 
A chiudere il giro di repliche e chiarimenti la direttrice generale di Acsr Cristiana Giraudo: “L’impianto già oggi è autorizzato sulla linea del compostaggio per 25 tonnellate di organico e 10 mila di verde. Complessivamente qui si smaltiscono 70 mila tonnellate all’anno di rifiuti: con il biodigestore il quantitativo autorizzato rimarrà invariato, diminuiremo l’indifferenziata aumentando l’organico fino a 35 mila tonnellate, ferma restando la disponibilità delle 10 mila di verde che già oggi abbiamo. Il quantitativo di 35 mila tonnellate di organico è quello che si pensava la provincia sarebbe arrivata a produrre nel momento in cui si è messo a punto a questo progetto. Ci stiamo arrivando, oggi siamo a 32 mila”.
 
Non parliamo di un nuovo impianto. Questo sito negli anni è stato rimodernato, ogni anno richiede milioni di euro investimenti. L'area non potrebbe essere abbandonata, continuerebbe comunque ad avere dei costi di mantenimento che invece andremo a compensare”, ha proseguito Giraudo: “Ci aspettiamo entro gennaio 2026 l’avviamento e l'inizio della marcia provvisoria alimentando uno dei due digestori. Nel frattempo gli altri consorzi esauriranno i contratti che oggi hanno in essere per lo smaltimento del loro organico. Con i nostri rifiuti e quelli dell’albese satureremo già uno dei due digestori. Anche in fase transitoria i costi di gestione saranno compensati anche solo dalla vendita della metà del metano che ci si attende, consentendo di non aumentare le tariffe. A regime si intende poi ridurre le tariffe per i rifiuti in ingresso”.
 
La chiusura è stata affidata alla sindaca Patrizia Manassero: “Questa Commissione ci ha permesso di approfondire bene un tema importante. L’assemblea dei Sindaci ha sempre avuto l’obiettivo di mantenere i rifiuti su territorio di competenza. Qui abbiamo quattro consorzi e il lavoro fatto insieme ci permette di ragionare su questo ambito: non abbiamo mai avuto l'obiettivo di andare sul mercato pur di realizzare un utile. Non è mai stato l’indirizzo e non ci sono le dimensioni. L’obiettivo è non far girare fuori ambito i rifiuti”.

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