È stata di 420 euro la cifra media spesa per la bolletta idrica da una famiglia piemontese nel 2023 (la media nazionale è pari a 478 euro). Il dato fa registrare un aumento del 5,1% rispetto al 2022 e del 18,9% negli ultimi cinque anni.
Il quadro emerge dal XIX Rapporto sul servizio idrico integrato, a cura dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che è stato presentato oggi nel corso dell’evento “Cara acqua, una risorsa da risparmiare e tutelare”. Il Rapporto ha preso in esame le tariffe per il servizio idrico integrato applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2023 in riferimento ad una famiglia tipo composta da tre persone un consumo annuo di 182 metri cubi.
Si sono registrati aumenti in più dei due terzi dei capoluoghi di provincia italiani. Cuneo non fa eccezione: nel 2023 la bolletta media è stata di 451 euro, la seconda più alta del Piemonte dopo quella di Biella (533 euro), con un aumento dell’8,1% rispetto al 2022 e del 29,8% rispetto al 2019 (in entrambi i casi si tratta dell'aumento percentuale più consistente tra le province piemontesi).
A livello nazionale Frosinone resta in testa alla classifica delle province più care con una spesa media annuale di 867 euro, mentre Milano e Cosenza conquistano la palma di capoluoghi più economici con 184 euro. La Toscana è la regione più costosa (con 732 euro), con ben otto suoi capoluoghi nella top ten delle province più care, il Molise la più economica (226 euro), in Trentino Alto Adige l’aumento più consistente (+9%).
La dispersione idrica lungo la rete
In base agli ultimi dati Istat (anno 2020), la dispersione idrica nei capoluoghi di provincia è pari in media al 36,2% e raggiunge il 42,2% come territorio complessivo italiano. In alcune aree del Paese (soprattutto Sud e Isole) si disperde più della metà dei volumi d'acqua immessi in rete. Se si analizza ulteriormente lo spaccato di alcune realtà, in Piemonte ad esempio, si passa dal 53,7% di Verbania al 12,8% di Biella. In provincia di Cuneo il dato si attesta al 41,7% (31,7% a Cuneo città).
Consumi e sprechi: le abitudini degli italiani
Nel corso dell’evento sono stati presentati anche i dati di una consultazione che ha interessato 3355 cittadini su conoscenza, percezioni e comportamenti di consumo dell’acqua. Ne emerge che i cittadini sono poco consapevoli del proprio livello di consumo, visto che dichiarano di usare quotidianamente 62 litri di acqua, molto al di sotto del consumo medio ad abitante indicato da Istat in circa 215 litri al giorno.
Quasi uno su tre non conosce il proprio fornitore del servizio idrico e oltre il 37% ritiene la bolletta troppo alta.
Emerge che oltre il 90% si dichiara attento a non sprecare acqua, e lo fa essenzialmente preferendo la doccia al bagno, e utilizzando gli elettrodomestici a pieno carico. Circa la metà dei cittadini intervistati non beve regolarmente acqua di rubinetto e, sebbene la metà dichiari di avere a disposizione nel proprio Comune le cosiddette Case dell’acqua, quasi il 40% afferma di non aver mai fatto rifornimento presso le stesse. Un cittadino su due ritiene insufficienti le informazioni a disposizione sulla qualità dell’acqua di rubinetto e nella stessa percentuale vorrebbe riceverne di più puntuali al riguardo attraverso la bolletta. Per chi acquista prevalentemente quella in bottiglia, la spesa media mensile è fra i 20-25 euro a famiglia. Il 45% ritiene più sicura e controllata l’acqua in bottiglia, percentuale che sale al 57% nel Sud e nelle Isole, dove tra l’altro uno su quattro dichiara che nel proprio comune sono state emesse ordinanze di non potabilità.