“La città di Cuneo contro il Decreto Sicurezza”. Questo il titolo dell’Ordine del Giorno che il Consiglio comunale del capoluogo ha discusso (e approvato) ieri sera, martedì 28 gennaio. A presentarlo Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia, che hanno contestato molte delle norme introdotte dal provvedimento passato alla Camera, che ora dovrà essere esaminato dal Senato. Tra i punti più criticati quelli relativi alle rivolte in carcere, alla detenzione per le donne incinte o con bambini piccoli, alle manifestazioni. Contestati, in generale, l’inasprimento delle pene e l’introduzione di nuovi reati, che secondo i proponenti andranno tra le altre cose ad aggravare la problematica del sovraffollamento delle carceri.
“Un decreto che ha forti connotati repressivi, un provvedimento fascista nell’anima. - ha detto Ugo Sturlese aprendo la discussione - Ha carattere punitivo nei confronti delle espressioni di dissenso. È un provvedimento grave sia per l’ispirazione di fondo che per l’entità delle misure punitive proposte”.
Di avviso opposto Noemi Mallone (Fratelli d’Italia): “Definirli provvedimenti illiberali mi sembra fuorviante. In tutti gli ordinamenti le norme servono a tutelare i diritti di tutti, garantendo ordine, sicurezza e legalità. Sono norme necessarie, come in alcuni casi lo è il carcere. Molte volte è inevitabile passare attraverso la reclusione. Questo Ordine del Giorno confonde la repressione con la prevenzione. Garantire legalità e tutelare la sicurezza collettiva sono gli obiettivi di questo ddl Sicurezza".
“Noi siamo a favore di ogni forma di protesta libera, purchè rispetti le regole. Abbiamo rispetto delle nostre forze dell’ordine e condanniamo le violenze nei loro confronti. I temi di cui parliamo sono complessi, più che schierarsi contro servirebbe un confronto. Per questo ci asterremo”, ha detto Elio Beccaria (Cuneo Civica), preannunciando di fatto la divisione interna alla maggioranza poi manifestatasi al momento del voto.
Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica), ha spiegato di intervenire “a nome personale”: “La sicurezza dei cittadini è un bene da tutelare, da parte mia c’è grande solidarietà verso chi si adopera per garantirla. È elementare il concetto che chi delinque va processato e condannato. Chi manifesta in modo pacifico però esercita un diritto: perseguirlo pare una dimostrazione di forza. Non mi sembra che con l’inasprimento delle pene e l’introduzione di nuovi reati si possano affrontare problemi sociali. In questo ddl anche la finalità rieducativa della pena è stata trascurata”.
“Questo decreto non garantirà ai cittadini alcuna sicurezza, toglierà solo qualche libertà. - ha detto Claudia Carli (PD) - Non c’è nessun investimento sulla prevenzione. Si può sintetizzare con un’avversione al pluralismo e alla manifestazione del dissenso, tipica di questo Governo”.
A favore dell’Ordine del Giorno anche Paolo Armellini (Indipendenti): “Norme e sanzioni ci sono già, basterebbe farle rispettare. Si pensa di dare soluzioni penali a problemi sociali: questi provvedimenti non aumenteranno la sicurezza dei cittadini".
“Gli episodi di violenza vanno condannati sempre, senza se e senza ma. Il decreto va però a colpire alcuni pilastri della democrazia: espressione del dissenso, diritto a manifestare, diritto all’opinione, partecipazione. C’è un filo sottile tra garantire la legalità e soffocare la democrazia”, ha detto Erio Ambrosino (PD). Per Antonino Pittari (Gruppo misto) “Il decreto limita la libertà dei cittadini e soprattutto di chi si vede già leso nei propri diritti. Si va verso una forma strisciante di neofascismo”. Contrario all'Ordine del Giorno Franco Civallero (Forza Italia): “So che ci saranno modifiche a questo decreto, ma spero che saranno leggere”.
A chiudere il dibattito l’intervento della sindaca Patrizia Manassero: “Questo decreto porta con sé fortissime preoccupazioni, che sono anche mie. Si accrescono e accelerano le difficoltà, senza nemmeno tentare di risolverle".
Poi le votazioni: 14 i favorevoli, 8 i contrari, 8 gli astenuti. Tra i sedici contrari e astenuti, ben dodici esponenti della maggioranza: contrari Flavia Barbano, Ettore Grosso, Vincenzo Pellegrino e Maria Laura Risso, tutti di Centro per Cuneo. “Una divisione significativa e certamente anticipatrice dell’evoluzione in corso della coalizione di maggioranza”, ha commentato Giancarlo Boselli (Indipendenti) in una nota diffusa poco dopo la conclusione del Consiglio.