Venerdì 28 giugno alle ore 17 davanti alla Prefettura di Cuneo - in Via Roma 3 - si terrà un presidio per richiedere lo sbarco dei 42 migranti tenuti a bordo della Sea Watch. La mobilitazione spontanea è stata proposta dal basso, da cittadini e cittadine desiderosi, scrivono in un comunicato stampa "di difendere il valore unico e inalienabile di ogni persona, rivendicandone i diritti universali e ricordando i principi che regolano la nostra Costituzione. In particolare l’articolo 2 , drasticamente calpestato dalle vicende di queste ultime ore, ovvero 'La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale'".
Sarà un atto di resistenza non violenta che sarà mantenuto anche nel caso in cui oggi i passeggeri della nave vengano fatti scendere prima. "Quello di domani è di fatto un contrasto allo scandaloso decreto Sicurezza Bis - continuano i promotori dell'iniziativa- , legge che colpisce moralmente e materialmente chi, malgrado tutto, cerca di non fare altro che salvare vite umane e , di conseguenza, anche la nostra umanità. Siamo in molti ad avere bisogno di esprimere il nostro sdegno contro un potere che utilizza i più deboli per scopi politici disumani.
L’iniziativa è appoggiata da Minerali Clandestini, rete di più di 50 associazioni, gruppi informali e partiti politici locali, che si dichiara pronta a promuovere e sostenere obiezione di coscienza e disobbedienza civile.
“Se viene criminalizzato chi fa solidarietà, come sostiene il presidente di Emmaus Italia membro della Rete e partner del progetto Mediterranea, allora anche noi ci autodenunciamo sostenendo tutte le realtà “criminali” che lottano quotidianamente e con abnegazione contro la miseria e le sue cause- concludono -. Criminale è chi fa morire le persone, non chi cerca di salvarle. Il suo è un appello a concentrarsi sulle cause, sulle difficoltà reali di chi vive ai margini sia nei nostri paesi ricchi sia nei paesi del sud del mondo, e di come il nostro stile di vita stia condannando, insieme alle persone, anche il pianeta. "In questo clima in cui la semplificazione dilagante a tutti i livelli ha messo le vittime l’una contro le altre e ha nascosto, o peggio, assolto, i carnefici i quali come sempre si celano nell’ombra nutrendosi del potere politico condizionando pesantemente. Riaffermando il valore universale dell’Uomo e quello dei suoi diritti, chiamiamo la città a riempire le strade e i luoghi pubblici per lanciare insieme un grido di umanità".