Le differenze di retribuzione tra uomo e donna? In provincia di Cuneo ci sono e sono superiori alla media nazionale, anche se affievolite rispetto al passato. I dati emergono da “I numeri delle risorse umane 2019”, un'indagine condotta dal Centro Studi di Confindustria Cuneo in collaborazione con le Unioni Industriali di altre dodici province del nord Italia. Le aziende cuneesi coinvolte sono state 260, 24 mila i dipendenti interessati.

Nell'area presa in esame, che comprende come detto anche la Granda, un'operaia guadagna in media il 16,6% in meno di un collega uomo, mentre tra gli impiegati la differenza, sempre a favore degli uomini, sale al 17%. Gap meno marcato tra i quadri, una donna guadagna in media il 7,8% in meno di un uomo, tra i dirigenti la differenza è invece del 14,9%. Complessivamente, mettendo insieme tutte e quattro le categorie, nell'area dello studio a cui ha collaborato Confindustria Cuneo un uomo guadagna il 14% in più di una donna, contro un dato nazionale che secondo il Gender Gap Report 2019 realizzato dall'Osservatorio JobPricing si attesta al 10%. In pratica, a parità di lavoro con un collega uomo, in Italia è come se una donna cominciasse a guadagnare dalla seconda metà di febbraio: dal 2016 al 2018 la differenza retributiva è sì diminuita del 2,7%, ma il gap resta. Secondo l'ultimo rapporto sulla disparità di genere stilato dal World Economic Forum, relativo all'anno 2017, l'Italia risulta da questo punto di vista all'82° posto in una classifica di 144 paesi del mondo. Dal 2006 esiste nel nostro paese un Codice delle Pari Opportunità, che prevede che le aziende con più di 100 dipendenti debbano redigere ogni due anni un rapporto sulla situazione del personale, con l'indicazione di vari parametri al fine di verificare che non ci siano situazioni di discriminazioni e disparità.

 

Proprio di questo tema si parlerà nel prossimo Consiglio comunale di Cuneo, in programma il 16 e 17 dicembre: a presentare un Ordine del Giorno in merito il gruppo consiliare del Partito Democratico, che chiederà alla Giunta di attivarsi per promuovere l'adozione di una proposta di legge sottoscritta a novembre da parlamentari di diversi schieramenti per rendere più incisiva la normativa sulla parità salariale, con l'introduzione di un “bollino rosa” da assegnare alle aziende virtuose e di sanzioni per quelle che non rispettano tali obblighi.