Sono circa 31.820 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per settembre 2024, valore che sale a 82.560 se si considera l’intero trimestre ottobre-dicembre 2024.
Il trend appare negativo sia a livello mensile (-1.720 entrate rispetto a ottobre 2023, per una variazione tendenziale del -5,1%), sia su base trimestrale (-2.220 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). A livello complessivo nazionale, invece, si registra una crescita del 3,7% rispetto a ottobre 2023 e un incremento del 4,5% sul corrispondente trimestre dell’anno precedente. Le entrate in Piemonte a ottobre 2024 rappresentano il 22,3% delle 142.900 assunzioni previste nel Nord Ovest e il 6,5% del totale di quelle nazionali (489mila circa).
Questi sono alcuni dei dati contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, basato sulle interviste effettuate su un campione di imprese nel periodo 27 agosto – 17 settembre 2024.
Il 55,3% delle assunzioni programmate per il mese di ottobre riguarda imprese di micro e piccola dimensione (1-49 addetti), il 19,6% realtà di medie dimensioni (50-249 addetti) e il 25,2% grandi aziende (250 dipendenti e oltre).
Il 76,7% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente (valore in debole diminuzione rispetto a settembre 2024), il 17,6% lavoratori somministrati (percentuale in aumento di un punto), l’1,8% collaboratori e il 4,0% altri lavoratori non alle dipendenze.
La domanda di lavoro anche a ottobre 2024 è sostenuta dai contratti a tempo determinato con il 60% delle entrate programmate (in calo di cinque punti rispetto al mese precedente), seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 27% dei casi (in crescita di un punto su settembre 2024). L’apprendistato rappresenta la tipologia contrattuale prescelta per il 9% delle entrate, mentre gli altri contratti detengono una quota residuale del 5% del totale complessivo regionale.
Delle 31.820 entrate previste in Piemonte nel mese di ottobre 2024 il 14% è costituito da laureati (quota in calo di 8 punti rispetto a settembre 2024), il 27% da diplomati (in crescita di un punto sul mese precedente), le qualifiche o diplomi professionali e la scuola dell’obbligo pesano rispettivamente il 36% (+4 punti su settembre) e il 21% (in crescita di tre punti).
Considerando i dati del trimestre ottobre-dicembre 2024 emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 57.140 entrate, il 69,2% del totale (+520 unità in piùrispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). L’industria prevede 25.410 entrate, generando il 30,8% della domanda totale e segnando un calo di circa 2.750 unità rispetto al periodo ottobre-dicembre 2023.
Tra i servizi, il comparto che assorbirà la fetta più rilevante delle 82.560 entrate previste nel trimestre ottobre-dicembre 2024 è quello del commercio, con 13.260 ingressi(16,1% del totale), seguito dal turismo (servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici), con 12.300 entrate e una quota del 14,9% del totale e dai Servizi alle persone, settore per il quale le imprese intervistate presumono di dover effettuare 10.620 assunzioni (il 12,9%).
All’interno del comparto industriale si distingue, ancora una volta, il settore edile, con 6.330 entrate previste nel periodo in esame e una quota del 7,7% del totale.
Il 28% delle entrate previste a ottobre 2024 nella nostra regione sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, il 20% a dirigenti, specialisti e tecnici (in calo di sei punti sul mese precedente). Gli operai specializzati e conduttori di impianti produrranno il 28% delle entrate e solo l’8% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici, in fine, costituiranno il 16% delle assunzioni del mese.
Poco più di un’assunzione su tre (35%) interesserà giovani con meno di 30 anni. Nel 20% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.
Per il 62,6% circa delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il 21,5% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni creative e innovative, il 12,7% coordinerà altre persone.
Il 43% delle entrate sarà inserito nell’area della produzione di beni ed erogazione del servizio (in calo di cinque punti rispetto a settembre 2024), il 19% nelle aree commerciali e della vendita (in crescita di 4 punti)e una quota del 15% in quelle tecniche e della progettazione. La logistica assorbirà il 13% circa delle assunzioni programmate per il mese di ottobre 2024, l’area amministrativa e quella direzionale genereranno entrambe una quota pari al 5%.
Si conferma ancora una volta elevato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro: in 52 casi su 100, infatti, le imprese prevedono difficoltà a trovare i profili desiderati. Il dato è in linea rispetto a quello rilevato nel mese di ottobre 2023 (52,3%), in crescita, invece, rispetto a quello registrato nel mese di settembre 2024 (49,2%). La difficoltà di reperimento in Piemonte appare, inoltre, superiore rispetto a quanto si riscontra a livello complessivo nazionale (49,3%).
Le difficoltà di reperimento sono legate soprattutto alla mancanza di candidati (34,3%, in calo rispetto a ottobre 2023), cui segue l’inadeguata preparazione degli stessi (13,5%, in aumento, invece, rispetto a un anno fa).
Le criticità maggiori riguardano la ricerca di meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori di macchine fisse/mobili, per cui le imprese prevedono 880 assunzioni, l’82,6% delle quali è però di difficile reperimento e gli operai specializzati nell’ installazione e manutenzione di attrezzature elettriche/elettroniche, gruppo professionale per il quale le imprese stimano 430 nuove assunzioni, l’82,5% delle quali rischia, però, di rimanere scoperto.
Ben al di sopra del dato medio regionale appaiono le difficoltà di reperimento di tecnici della salute (75,8%), operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni(74,0%), fabbri ferrai costruttori di utensili (72,5%), professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (70,2%) e fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (70,0%).
Nel dettaglio dei titoli di studio, si mantiene elevata la difficoltà di reperimento di personale laureatosegnalata dalle imprese, che coinvolge il 52,6% delle assunzioni programmate: tra gli indirizzi per cui si rilevano le criticità maggiori si segnalano quelli medico e odontoiatrico (91,6%), sanitario e paramedico (81,2%), chimico-farmaceutico (81,2%).
Le imprese lamentano elevate difficoltà anche nel reperimento di candidati con istruzione tecnica superiore (ITS, 71,4%).
A livello secondario si riscontrano in media problematicità (49,7%) di poco inferiori a quelle riscontrate a livello complessivo regionale, anche se esistono notevoli differenze a seconda degli indirizzi di studio. Rischia, infatti, di rimanere scoperto rispettivamente il 73,8% e il 69,2% delle assunzioni riservate a candidati in possesso di diploma con indirizzi elettronica ed elettrotecnica e agrario, agroalimentare e agroindustria.
Difficoltà di reperimento superiori alla media riguardano, infine, la ricerca di personale con qualifica di formazione o diploma professionale (53,8%), con picchi particolarmente elevati per gli indirizzi elettrico(80,0%), edile (76,6%) e benessere (69,6%).