Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Liliana Meinero, ex consigliera comunale di Cuneo e animatrice di Se Non Ora Quando:
Vorrei condividere alcune considerazioni in merito alla nomina di una nuova PERSONA che ricopra l’incarico di Presidente della Repubblica.
Confesso che sono molto disgustata dalla situazione: da tempo si sa che deve essere rinnovato questo incarico, ma si arriva alla data del 24/01/2022 senza che nessuno si sia confrontato e/o abbia fatto ragionamenti in merito: ci pensano quando sarebbe l’ora di votare, con balletti ed incontri per decidere quando in realtà si dovrebbe già aver scelto e nominato!
Capirei se l’attuale Presidente avesse avuto un coccolone e fosse sparito improvvisamente dalla scena, ma era cosa ben nota a tutti, anche ai più disinformati tra i cittadini, che c’era questa importante scadenza.
Mi chiedo se non sia possibile per i nostri illuminati politici pensarci prima e valutare in modo da decidere in tempo utile e non bloccare i lavori parlamentari a tempo indeterminato, fregandosene dei costi e degli oneri aggiuntivi che il tutto comporta per le casse dello stato, ovvero per le tasche dei cittadini, soprattutto in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo.
Tralascio poi qualsiasi commento sulle votazioni e sui nomi indicati: sono indignata nel constatare la leggerezza con cui queste persone, incaricate di rappresentare i cittadini, ridicolizzino tale impegno indicando persone decedute (Craxi), persone improponibili, calciatori…
Non mi pronuncio sulla candidatura di Berlusconi, per fortuna ritirata, perché ritengo che in un paese serio non dovrebbe essere presentabile questa persona, anzi dovrebbe essere impossibile solo l’averlo pensato!
Passerei ora all’analisi candidatura di genere: dopo oltre 70 sarebbe giunta l’ora di eleggere UNA PRESIDENTE. Si è assistito al peggio del peggio: politici e giornalisti non fanno che parlare di UNA PRESIDENTE DONNA, mai e poi mai avrebbero espresso questa terminologia al maschile: chi direbbe UN PRESIDENTE UOMO?
Il linguaggio e la cultura devono essere modificati anche in questo. Sono consapevole che esistono problemi ben più grandi della terminologia, ma non è così, perché il tema è legato a tutti gli altri. A proposito di una donna tutti tengono a precisare che non deve essere una scelta di genere “a prescindere”, ma deve essere una figura degna, con capacità comprovate: ottimo, perché le competenze sono importanti.
Peccato che questo criterio non sia mai esplicitato quando si parla di un uomo, dando per scontato che, in quanto maschio dotato di fallo, non è assolutamente un valore da prendere in considerazione perché l’uomo è idoneo, a prescindere. Ritengo che in occasione di qualsiasi nomina, a qualsiasi livello, sia imprescindibile la competenza perché le cose devono funzionare bene e se una persona non ha le competenze adeguate al ruolo che deve svolgere non deve essere nominata: questo criterio dovrebbe essere applicato sempre, per le donne come per gli uomini. È per questo che la candidatura di Elisabetta Alberti Casellati non era accettabile, nonostante sia una donna.
E sempre “a prescindere” in questi giorni in cui ci fanno sentire il parere di politici di varie correnti, correntucole e rivoletti il pensiero delle politiche donne l’ho sentito veramente poco: ci hanno riproposto Gasparri, Casini, abbiamo visto anche un resuscitato Bossi, ma alle donne, come sempre, non è stato lasciato spazio.
Liliana Meinero
Una cittadina donna