CUNEO - Aeroporto di Levaldigi, è l’ora della verità

Giovedì pomeriggio la presentazione del piano industriale. A Cuneo Lauria lancia l’appello: “Non lasciamolo morire”. La sindaca: “Pronti a sostenerlo, se sarà utile”

Andrea Cascioli 26/07/2023 18:51

Nessuna cambiale in bianco per l’aeroporto di Levaldigi: è questo il senso delle parole pronunciate dalla sindaca di Cuneo Patrizia Manassero, dietro alle scelte lessicali come sempre prudenti.
 
Il capoluogo è pronto a fare la sua parte per sostenere lo scalo del territorio, a patto però che l’infrastruttura dimostri di essere utile al territorio. E su questo la prima cittadina cuneese sembra nutrire qualche dubbio, dopo i due incontri avuti con l’amministratore delegato di Geac, Georges Mikhael. Tra il primo e il secondo c’è stato l’annuncio delle due nuove tratte verso Saint Tropez e la Corsica. Voli che la compagnia Small Fly effettuerà da venerdì prossimo con un turboelica da otto posti: “Mi sono permessa di dire - ammette Manassero - che non è quello il servizio che la comunità si aspetta per il territorio. E finché il servizio non è di sostanza è difficile immaginare un coinvolgimento ampio degli enti locali”.
 
Di Levaldigi si è discusso in municipio su impulso di Beppe Lauria: “Sono tra coloro che non avrebbero messo un centesimo per l’aeroporto. Non perché non ne riconoscessi la funzione, ma perché contrario al ripianamento di debiti fatti da chi ha operato male. L’aeroporto è costato sangue e sudore, credo che abbandonarlo ora sia un errore”. Su questo concorda la sindaca a patto, come si è detto, che i programmi per il futuro siano convincenti: “Oggi c’è il sostegno politico ma è strategico il piano industriale: se diventa un’infrastruttura che serve per il lavoro e l’economia può diventare una struttura del territorio, ma questo è del tutto da verificare”. In ogni caso, ricorda, “nel 2015 l’aeroporto è stato riconosciuto tra i 38 che fanno parte del sistema aeroportuale nazionale e sarebbe veramente un peccato perdere questa possibilità”. L’eventuale sostegno non dovrebbe passare per una tassa di scopo, come proposto dal consigliere: “Quell’imposta è legata al comune su cui avvengono gli atterraggi: ma le vie per sostenere le infrastrutture possono essere tante e ne ragioneremo”.
 
Nell’ultimo bilancio ci sono perdite importanti e sembra di essere tornati indietro di oltre un decennio, prima che lo scalo “decollasse”: il record di arrivi e partenze resta quello del 2014, con 237.432 passeggeri. Numeri imparagonabili a quelli di oggi, ma del resto è imparagonabile l’offerta: al momento le destinazioni sono appena tre, Palermo, Cagliari e Casablanca, rispettivamente con due, tre e cinque voli settimanali. La tratta per Roma è stata cancellata a inizio anno con una mossa che è parsa inspiegabile, considerando che nei dieci mesi del 2022 in cui era stata operativa aveva trasportato oltre 45mila persone.
 
Secondo Paolo Armellini (Indipendenti) la chiave del successo resta la possibilità di costruire un sistema integrato aeroportuale con il resto del Piemonte e non solo: “Ci troviamo da una parte con treni e voli mancanti a Cuneo e grossi problemi di infrastrutture e dall’altra con l’annuncio di un collegamento ferroviario diretto tra Alba e Caselle: ci sono 106 km tra Alba e Caselle, contro i 47 km che collegano Alba e Levaldigi”. Tema che rimanda a quello, sempiterno, della “capacità degli albesi di fare lobby”, come richiamato da Lauria. Capacità che ai cuneesi sembra mancare e non solo su questo capitolo. Chi la pensa in tutt’altro modo e non lo nasconde è Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni: “Non ho mai capito come sia possibile, in una regione che ha uno scalo con un bilancio negativo come Caselle, programmare un altro aeroporto a 60 chilometri. Non dissanguiamoci per una sciocchezza fatta anni fa dalla nostra classe dirigente locale”.
 
Giovedì pomeriggio, in Camera di Commercio, la Geac presenterà al pubblico il piano industriale che in queste settimane è già circolato negli incontri con la Regione, la Provincia e le amministrazioni delle sette sorelle. Gli enti pubblici sono in partita ma vogliono vedere quali carte abbia in mano il gestore, nella speranza che non si tratti di un bluff.

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