“Bene i 224 milioni stanziati dal governo. Aiuteranno gli allevamenti italiani ad affrontare i rincari delle materie prime”. Lo dichiarano i parlamentari cuneesi della Lega Giorgio Maria Bergesio e Flavio Gastaldi, in Commissione Agricoltura rispettivamente di Senato e Camera, a seguito del raggiungimento in Conferenza Stato Regioni dell’accordo sui due decreti del Ministero delle Politiche agricole per sostenere le filiere zootecniche.
A causa della guerra in Ucraina i costi di produzione sono aumentati del 57%: un colpo mortale per gli allevamenti nazionali. L'aumento del costo dei mangimi collegato al rialzo delle quotazioni delle principali materie prime quali soia, mais e cereali, ha causato un aumento dei costi per le produzioni di uova, latte e carni. A questo si sono aggiunti i rincari dell’energia.
“I provvedimenti sono un tassello fondamentale per l’economia piemontese e nazionale perché la chiusura di una stalla significa la fine di un sistema fatto di animali, prati per il foraggio, formaggi tipici, razze autoctone come la Piemontese, carne di grande qualità e di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, spopolamento e degrado” affermano Bergesio e Gastaldi, che puntualizzano: “In Piemonte la zootecnia è fondamentale per l’economia regionale, con oltre 3.000 aziende e 330.000 capi allevati nella sola filiera bovina. Il fatturato dei capi di razza Piemontese, fiore all’occhiello della produzione locale, arriva a 500 milioni di euro”.
Il primo decreto prevede l’intervento a favore dei produttori del comparto zootecnico tramite la previsione di aiuti eccezionali di adattamento per i danni indiretti subiti in seguito all'aggressione della Russia contro l'Ucraina, vale 144 milioni di euro, mentre il secondo, da 80 milioni, include aiuti anche per le altre filiere zootecniche, in modo da poter dare un sostegno e una tutela reale agli allevamenti e al reddito delle aziende. Le imprese interessate sono quelle di allevamento di suini, di scrofe, di vitelli, di ovicaprini, di conigli, di galline ovaiole, di tacchini, di polli, di bovini di razze autoctone.
“Un primo passo è stato fatto ma occorre ripetere a breve il sostegno perché non basta ad aiutare le imprese della filiera zootecnica che operano in questa situazione di grave instabilità” concludono Bergesio e Gastaldi.