Chilometri di coda sono stati segnalati ieri, domenica primo luglio, in valle Roja, tra Airole e Fanghetto, sulla strada statale del colle di Tenda. Ad aggiungersi ai normali disagi legati all'esodo dei Cuneesi verso il mare ci si sono messi i Gendarmi francesi che hanno controllato uno per uno, automobili e camper, ispezionando con solerzia ogni anfratto dei mezzi. Una vera e propria frontiera 'de facto’, alla faccia del trattato di Schengen (firmato nel 1990) che prevede l’apertura delle frontiere e la libera circolazione all’interno dei paesi membri. E se i controlli di polizia ci sono da tempo, pare evidente che l’inasprimento degli stessi va nella direzione opposta a quella auspicata dai padri fondatori dell’Unione.
Nella giornata di ieri, qualcuno, spiazzato per la puntigliosità dei controlli aveva pensato alla spettacolare fuga dal carcere di Reau, vicino a Parigi, di uno dei rapinatori più famosi di Francia, quel Redoine Faid, di cui sentiremo sicuramente parlare nei prossimi giorni su tutti i media europei. Nulla di tutto questo, anche perché i controlli erano in entrata. E allora? Semplice, il problema per i francesi è sempre il medesimo, vale a dire quello dei migranti. Nonostante le dichiarazioni velenose del presidente francese Macron verso l’Italia in fatto di accoglienza, non sembra che la Francia non abbia fatto grandi passi avanti dai gravi fatti di Bardonecchia. Au contraire. La piega che stanno prendendo le autorità francesi non va certo verso il consolidamento dell’unità europea (a Ventimiglia lo sanno bene), ma sembra piuttosto fomentare le campagne antieuropeiste contrastate (almeno a parole) dall’Eliseo. Non ci stupiremmo se il prossimo passo sarà l’ufficializzazione della sospensione di Schengen.