“Un sesto del personale del Santa Croce parrebbe contagiato da coronavirus e qualche reparto è fermo o destinato al covid-19. Anche se la situazione pare governata e la pressione è diminuita vorrei sapere a che punto siamo con la struttura che dovrebbe accogliere i pazienti meno gravi e in via di guarigione”. A sollevare il problema delle strutture sanitarie e socio-assistenziali per gli infetti da coronavirus è Ugo Sturlese, consigliere di minoranza del capoluogo, già primario dell’ospedale di Cuneo.
Negli ultimi giorni si è parlato di Stella del Mattino, di Villa Fiorita e anche di una residenza alberghiera per i quarantenati da isolare residenti in unità abitative inadatte. Dove verranno trasferiti i pazienti meno gravi? Secondo il decano dell’assemblea cittadina da parte di palazzo Civico c’è stata un’informazione poco completa sotto questo punto di vista. “Ho valutato positivamente alcune iniziative del Comune di Cuneo e del Volontariato, dal mantenimento protetto dei mercati alle mascherine agli ultrasettantenni, dall’assistenza diurna ai senza fissa dimora al lavaggio di alcune strade e alla maggiore comunicazione, ma ho trovato carenti le informazioni sullo stato delle strutture socio assistenziali”.
Sturlese ha portato la questione nella conferenza dei capigruppo, dove ha chiesto anche conto dello stato di criticità delle residenze del territorio, tra cui della situazione del Mater Amabilis, dove “ci sono cinque morti su dieci degenti, un morto al Tiglio Rsa e almeno sei unità di personale positive al tampone”. “Quando è programmato il test sierologico per la ricerca degli anticorpi - conclude il medico -? Cosa si intende fare per la situazione delle residenze? Capisco il momento difficile, ma bisogna dare delle risposte”.