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Ogni sera a Cuneo (e ad Alba, a Savigliano e Mondovì), come tramonta il sole, un cittadino si addormenta e sa che ha una possibilità su tre di trovare chiusa la neuroradiologia interventistica dell’Hub di Cuneo per il trattamento endovascolare dell’ictus. Ogni weekend a Cuneo (e ad Alba, a Savigliano e Mondovì), come sorge il sole, un cittadino sa che ha una possibilità su tre di trovare chiusa la neuroradiologia interventistica dell’Hub di Cuneo per il trattamento endovascolare dell’ictus”. Inizia così il
comunicato stampa pubblicato ieri, giovedì 25 agosto, sul sito internet di
Anaao Assomed Piemonte. Il comunicato è firmato dalla segreteria di Cuneo e da quella regionale del sindacato delle professioni sanitarie.
Di cosa si parla? Il tema è illustrato nel prosieguo del comunicato: “Dell’organizzazione della ‘Rete tempo dipendente regionale ictus' come da Deliberazione della Giunta Regionale 20 novembre 2020, n. 16-2317 che prevedeva, in accordo con il DM 70/2015, un’organizzazione degli ospedali della Regione in centri di primo livello (Spoke) autorizzati alla somministrazione della sola terapia endovena per tentare di riaprire vasi cerebrali chiusi in caso di ictus e centri di secondo livello (Hub) abilitati anche alla terapia endovascolare (riapertura ‘meccanica’ del vaso)”.
In Piemonte, in base alla delibera, esistono 5 Hub (a Torino a Città della Salute e Giovanni Bosco, a Novara, ad Alessandria, a Cuneo) che dovrebbero fornire copertura 24 ore al giorno e 7 giorni su sette per il trattamento avanzato dell’ictus (“Che, come si sa, non avverte prima e non aspetta la luce del sole o i giorni feriali per presentarsi”, spiegano sarcasticamente da Assomed).
Prosegue il comunicato: “Tuttavia, per gravi carenze di organico, la neuroradiologia dell’ospedale ‘Santa Croce’ di Cuneo non è ancora in grado di fornire la copertura completa per tutti i giorni (e le notti) del mese come il suo status di “Hub” prevederebbe. Nonostante negli ultimi due anni sia aumentata la copertura, ancora oggi la neuroradiologia non è attiva per ben dodici notti e tre giorni festivi al mese, obbligando gli abitanti di Cuneo, Alba, Savigliano, Mondovì e paesi limitrofi ad essere trasferiti, in caso di ictus grave, presso Hub molto più distanti con maggiore perdita di tempo, costi di trasferimento, disagio per pazienti e famigliari. Vale la pena ricordare che l’ictus è una patologia cosiddetta tempo-dipendente, ovvero ogni minuto è prezioso per salvare neuroni dal danno ischemico”.
“Pare - conclude il sindacato - che la nuova direzione dell’ospedale si sia attivata per cercare di affrontare le carenze di organico, assumendo con il Decreto Calabria uno specializzando, iniziativa che tuttavia non risolve il problema. In pratica, per ora a Cuneo, per avere un ictus non importa che sia notte o weekend. L’importante è avere la fortuna che non sia quella notte o quel weekend".