Inizia la stagione irrigua, ma la situazione dei bacini è allarmante a causa della prolungata mancanza di piogge. Da gennaio le campagne del Cuneese e un po’ di tutto il Piemonte stanno vivendo una lunga ed eccezionale pausa delle precipitazioni. L’acqua da scioglimento delle nevi non sembra sufficiente ad alleviare il periodo di siccità e le piogge, previste per la prossima settimana, saranno forse le uniche di un aprile che sta confermandosi molto asciutto. Cresce la preoccupazione anche nel resto del Nord d’Italia con la portata del fiume Po che è inferiore a quella già bassa del 2019. L’Autorità di Bacino ha diramato un’allerta con un richiamo sull’uso attento della risorsa idrica. Secondo il monitoraggio effettuato dall’Anbi, l’associazione dei consorzi di bonifica, i problemi nascono dalla forte diminuzione dei flussi in alveo come riscontrato per il fiume Tanaro (dimezzato) e per il fiume Po. Le piogge di marzo sono diminuite del 34,6% rispetto a 12 mesi fa. Le conseguenze di tale calo idrico si stanno verificando anche a valle nelle zone di pianura. Oltre i confini della Granda è calata la portata del Po a Piacenza (488 metri cubi al secondo rispetto ai 565 dello stesso periodo dell’anno scorso e una media storica di aprile di 960). Anche la situazione dei grandi laghi desta preoccupazione con tutti al di sotto della media storica. In sofferenza idrica anche molte zone del Centro Italia, mentre la situazione del Sud è diversa in base alle zone. In alcune le ultime precipitazioni hanno leggermente migliorato la situazione delle riserve idriche (Puglia e Basilicata), in altre come la Sicilia mancano all’appello milioni di metri cubi d’acqua, rispetto al 2019.