Riceviamo e pubblichiamo la replica alla
lettera pubblicata nella giornata di ieri.
La mia famiglia possiede e cura a proprie spese da oltre 60 anni i boschi in questione senza aver mai beneficiato di contributi di Comune, Comunità Montana, GAL o Fondazioni. La sola fatica e tanto sudore dei miei zii Armando e Alberto e di mio padre Luciano hanno reso questi boschi "un luogo fiabesco" come lo stesso polemista riconosce. In questo contesto di proprietà privata mai recintata e fruibile liberamente a chiunque si è reso necessario un intervento forestale autorizzato per rimuovere conifere la maggior parte colpite da malattia e molte altre fragili con il rischio di caduta in caso di forti venti sempre più frequenti coi cambiamenti climatici in atto. Al posto verranno piantumati faggi e betulle in numero ben superiore agli alberi abbattuti. Quindi non ci sono scopi di lucro, anzi (l'irrisorio valore del legname ricavato non paga il lavoro fatto della ditta specializzata). E nemmeno ci sono speculazioni come accade in Amazzonia dove si abbatte una foresta per fare un'autostrada o una fabbrica di vernici. Accusare di "scempio" quando si tratta di un normale e naturale rinnovamento di un bosco offende profondamente e diffama i proprietari che hanno passato la loro vita a curare questi luoghi con amore dell'ambiente e della montagna. All'età di 80 anni ancora si preoccupano di piantare nuovi alberi e curare il loro amato bosco e per questo meriterebbero un coro sacrosanto di ringraziamenti per il lavoro fatto e l'esempio datoci mentre le proteste le rispediamo a testa alta al mittente che si permette di giudicare e criticare a casa d'altri con l'ignoranza e l'ignavia dell'anonimo leone da tastiera.
Cordialmente.
Ing. Dutto Emanuele
Fontanelle di Boves