Nell’anno in cui la Lega ‘ha sfondato’ al sud e Maurizio Sarri è diventato il nuovo allenatore della Juventus un’eventuale partecipazione di Greta Thunberg all’assemblea annuale di Confindustria potrebbe passare inosservata, ma è più o meno quello che è successo ieri sera, lunedì primo luglio, in quel di Alba.
Iniziamo con le precisazioni. Non era l’assemblea nazionale di Confindustria, nonostante la presenza del presidente Vincenzo Boccia, ma la tradizionale riunione degli industriali cuneesi e nello stabilimento della Miroglio non si sono viste trecce e impermeabili gialli. A rappresentare le idee riportate all’attenzione dei media dall’adolescente svedese ci ha pensato una sua coetanea, al secolo Mafalda Collidà, diciassettenne studentessa del Liceo Classico di Cuneo. Fisico esile, ma sguardo determinato, la giovane ha affrontato con piglio l’uditorio degli associati dell’Unione Industriale esponendo i temi ambientalisti di cui molti conoscono la teoria, ma pochi ne applicano i principi nella vita quotidiana. Gli effetti del cambiamento climatico e il poco tempo per agire sono stati parte dell’appello dell’adolescente intervenuta in rappresentanza del collettivo ‘Sesamo’, che già si era distinto nei mesi scorsi per aver portato in piazza a Cuneo un considerevole numero di giovani in occasione del ‘Friday for Future’. Alla fine dell’intervento sono applausi scroscianti e c’è chi - sottovoce - ironizza “Ecco la ‘Greta ‘d nojautri’”.
Intendiamoci, l’assemblea degli imprenditori capitanati dal presidente Mauro Gola, che ha aperto gli interventi del consesso pubblico, non è stata incentrata (solo) sui temi ambientalisti, ma lo spazio concesso a Mafalda nella ‘Ted Conference’ rappresenta un passo non di poco conto: anche se Greta non c’era, c’erano le sue idee. La vera sfida sarà passare all’attuazione di quei principi, ma il primo passo c’è stato.
Il tema generale di quest’anno aveva un occhio più generalista: “Competitività e responsabilità sociale di impresa”, ed è stato declinato sul modello della TED conference sui 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU. Sul palco si sono susseguiti ospiti del calibro del presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, e di Don Antonio Mazzi della Fondazione Exodus. “Dobbiamo essere seminatori di pace: la bontà non arriva dai governi, ma dal nostro impegno personale” ha detto il sacerdote che, nonostante i novant’anni suonati, ha dimostrato la grinta di un novizio. Tra gli interventi che più hanno impressionato la platea quello di Alessandro Invernizzi, direttore esecutivo delle Acque Minerali Lurisia, che ha puntato l’attenzione degli imprenditori sull’attenzione alle relazioni umane: “Ogni mattina chiedete ai vostri dipendenti come stanno”.
Tra i passaggi più discussi quello di Roberto Della Seta, presidente della Fondazione Europa Ecologia: “Il concetto di acqua come bene pubblico non può coincidere con quello di acqua gratuita: essendo un bene limitato, occorre pagare per averlo”. Un vecchio cavallo di battaglia degli industriali che certamente non incasserà gli applausi degli studenti del ‘Friday for Future’. Prima si erano susseguiti gli interventi di Rossana Revello che aveva parlato di infrastrutture, lo psicologo Luigi Salvatico che aveva affrontato un tema non semplice come la fame nel mondo e Roberto Cavallo, ordinario di Diritto Amministrativo all’Università di Torino, intervenuto sulla produzione responsabile. A chiudere il ciclo degli interventi la direttrice di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio che ha lanciato un video sul ‘terzo paradiso’ di Michelangelo Pistoletto e ha citato l’inventore Charles Kettering: “Il futuro mi interessa molto: è lì che passerò il resto della mia vita”.
Sfortunato il ‘dopo conferenza’: la cena prevista nel cortile della sede di via Santa Barbara è saltata a causa di un temporale che ha colpito la città di Alba, un paradosso visto che si è parlato a lungo di clima. La serata è comunque proseguita al coperto senza musica e luci soffuse con un servizio a buffet. Nonostante le loro aperture, il clima non è stato clemente con gli industriali che possono comunque consolarsi (e non è poco) con i dati di sviluppo della provincia di Cuneo, che si conferma seconda economia della regione con un Pil di 18,9 miliardi e una crescita di 1,8 punti percentuali. Bene anche l’export, cresciuto del 5,2% rispetto al 2017.