Dalle mura del carcere di Cerialdo, di fronte alle quali era stato indetto il presidio organizzato dagli ambienti anarchici cuneesi, alle vie del centro animate anche in tempi di pandemia dallo “struscio” del sabato pomeriggio.
Una cinquantina gli aderenti all’iniziativa indetta da Biblioteca Popolare Rebeldies e Cassa Antirep Alpi Occidentali e annunciata con una serie di volantini affissi in settimana lungo l’asse centrale di Cuneo. Nel mirino dei manifestanti le condizioni dei detenuti nel penitenziario di massima sicurezza, dove solo tre settimane fa un recluso 41enne con problemi psichiatrici si è tolto la vita. A preoccupare è soprattutto il quadro sanitario a causa della presenza di un focolaio Covid: secondo il garante regionale dei detenuti Bruno Mellano si contano al momento sei agenti e undici detenuti positivi al coronavirus. Tra questi ultimi ben nove si trovano nella sezione 41bis e non hanno quindi alcun contatto esclusi quelli con il personale carcerario.
“Il carcere non è una discarica in cui buttare gli scarti di una società ingiusta. È semplicemente un’appendice della galera a cielo aperto a cui ci stiamo purtroppo abituando” hanno scandito i manifestanti dagli altoparlanti, avviandosi in un corteo di auto e furgoni da piazza Galimberti a piazzale della Libertà attraverso corso Nizza. La carovana è stata scortata da carabinieri e agenti della polizia e della Digos, non è stato comunque segnalato nessun incidente durante il percorso.