E’ stato pubblicato ieri, martedì 20 maggio, il rapporto Inps relativo alla mortalità in Italia nei primi mesi del 2020: a stilarlo il Coordinamento Generale Statistico Attuariale dell’istituto, che ha messo a confronto i dati relativi ai morti per tutte le cause degli ultimi mesi, quelli in cui il Coronavirus ha colpito con più violenza, rispetto a quelli medi relativi allo stesso periodo negli anni dal 2015 al 2019.
I dati che evidenziano in maniera netta l’impatto della pandemia da Covid-19 sulla mortalità nel nostro paese sono quelli relativi a marzo e aprile, quelli in cui il virus ha messo a dura prova il sistema sanitario nazionale costringendo il Governo a optare per le dure misure di contenimento. Numeri che restituiscono un’immagine chiara di quanto il Coronavirus abbia influito sulla mortalità, più di quanto possano fare i resoconti giornalieri della Protezione Civile, che per ovvie ragioni tengono conto solo dei casi accertati tramite tamponi e non di quelli “reali”.
A livello nazionale a marzo e aprile 2020 si è registrata una media di 2564 decessi giornalieri: il dato medio 2015-2019 riferito allo stesso periodo era di 1795 decessi. Un aumento molto più marcato si è registrato, come prevedibile, nelle regioni del nord: 1527 decessi medi giornalieri a marzo e aprile 2020, contro gli 830 di media del periodo 2015-2019. Nelle regioni del centro a marzo e aprile sono decedute 455 persone al giorno, la media dei quattro anni precedenti era di 410. Leggero aumento anche nelle regioni del sud, con 582 decessi al giorno contro una media 2015-2019 di 555 morti. Al nord l’aumento è stato dell’84%, al centro dell’11%, al sud del 5%: il dato totale nazionale riporta un aumento della mortalità del 43% nei mesi di marzo e aprile rispetto alla media dei quattro anni precedenti. Dati che confermano quanto era già emerso nel
rapporto Istat relativo al mese di marzo pubblicato a inizio maggio.
L’aumento più netto si registra nelle fasce di età più avanzate, quelle dai 60 anni in su: nella fascia 60-69 i decessi sono aumentati del 30%, aumento del 45% per la fascia 70-79, 46% per la fascia 80-89, 52% per quella oltre i 90 anni. Tra gli 0 e i 49 anni i decessi sono diminuiti dell’8%, nella fascia 50-59 anni sono invece saliti del 18%: va ricordato che i numeri, oltre che dell’impatto del Coronavirus, sono influenzati naturalmente anche delle conseguenze del lockdown, in primis la diminuzione del traffico e quindi degli incidenti stradali.
Tornando ai dati su base territoriale, l’incremento dei decessi su base provinciale evidenzia in maniera impressionante come la pandemia abbia avuto il suo epicentro in alcune province lombarde, colpite in maniera devastante. Nei mesi di marzo e aprile 2020 le province di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi presentano tutte un aumento dei decessi medi giornalieri superiore almeno del 200% rispetto alla media del periodo 2015-2019 (Bergamo va oltre il 400%). In quasi tutto il nord ovest il dato supera il 50%.
Le province piemontesi presentano tutte un incremento tra il 50 e il 100%, con l’eccezione della Granda: in provincia di Cuneo i decessi medi giornalieri di marzo e aprile del 2020 hanno comunque visto un aumento tra il 30 e il 50% rispetto alla media del periodo 2015-2019.