CUNEO - Anche la Granda “vola” a Caselle: dal 20 gennaio il treno verso l’aeroporto torinese

Dal capoluogo regionale allo scalo 58 collegamenti al giorno. Una buona notizia soprattutto per le Langhe e la pianura, ma a Cuneo restano i soliti problemi

Andrea Cascioli 14/01/2024 10:35

“Un’altra velocità” era lo slogan della campagna di Alberto Cirio alle scorse regionali. Per qualcuno, in effetti, pare aver funzionato: dal 20 gennaio sarà attiva la nuova linea ferroviaria Torino-Ceres. Opera attesa da tutti i viaggiatori del principale scalo aeroportuale piemontese, che potranno finalmente raggiungere il centro cittadino senza attendere i tempi biblici delle “corriere” - da 30 a 50 minuti in media.
 
Il collegamento con Caselle offrirà 58 treni al giorno, da lunedì a venerdì, andata e ritorno nelle direzioni Torino-Aeroporto e Aeroporto-Torino: il biglietto costerà 3,60 euro. Il sabato, il totale treni in entrambe le direzioni sale a 62 mentre, anche in considerazione della minore mobilità pendolare, saranno 36 i treni in circolazione la domenica e i festivi. Il servizio ferroviario verso Venaria Reale, l’aeroporto e Cirié sarà effettuato dalle linee sfm4 (proveniente da Alba e Bra) e dalla linea sfm7 (proveniente da Fossano). Nelle stazioni di Torino Lingotto, Porta Susa e Rebaudengo sarà possibile l’interscambio tra i treni diretti all’Aeroporto e gli altri servizi (treni SFM, Regionali Veloci e Alta Velocità).
 
Buone notizie, quindi, anche per la Granda, perlomeno per Alba e la pianura, integrate nel Servizio Ferroviario Metropolitano di Torino: nei giorni feriali i collegamenti con l’aeroporto saranno 25 per Alba, 27 per Bra e 25 per Fossano. Grazie al “suo” governatore la capitale delle Langhe incassa un’altra bella cambiale, dopo la riapertura della linea per Asti. Meno soddisfatta può dirsi l’altra metà della provincia, nonostante le buone notizie su una possibile riapertura - con un gestore privato, Longitude - della ferrovia Cuneo-Saluzzo-Savigliano e della Ceva-Ormea, due delle quattro linee della Granda soppresse dalla giunta Cota nel 2012 (assieme appunto alla Alba-Asti e alla Cuneo-Mondovì, su cui nulla si muove).
 
Cuneo può attendere: anzitutto l’ormai mitologico raddoppio della linea per Fossano, unico “filo” tra il capoluogo e il resto del Piemonte. Poi l’aggiunta di almeno una coppia di treni sulla Cuneo-Ventimiglia-Nizza, dove i pendolari hanno preso ad annotare in un “giornale di bordo” i tragici disservizi: solo in questo assaggio di 2024 ci sono già state due navette soppresse il giorno 2 e un treno fermo a Limone per guasti il 9. Infine, lo menzioniamo perché pare ormai passato in cavalleria, il ripristino della prima corsa per Torino delle 4,21 e dell’ultima da Porta Nuova delle 23,25. Un servizio che è stato regolarmente assicurato fino alla pandemia e poi soppresso “col favore delle tenebre”, per citare la frase pronunciata da un ex premier proprio in periodo Covid. Ora il primo treno verso il capoluogo regionale nei giorni feriali parte alle 5,24, l’ultimo da Torino si incammina alle 21,25: un bel guaio per tanti viaggiatori, magari in arrivo o diretti verso l’aeroporto di Caselle, che si vedono costretti ad affidarsi ai mezzi privati.
 
Restiamo sulle ferrovie per non chiamare in causa la Regione anche negli innumerevoli capitoli - l’Asti-Cuneo, il Tenda, la variante di Demonte, eccetera - dove le responsabilità sono più spostate su Roma. L’“altra velocità” che ci era stata promessa per ora ha funzionato a metà, ci resta la solita provincia a due velocità.

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