“Oggi siamo qui per ribadire che la pace è l’unica via percorribile”. Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, insieme a centinaia di aclisti provenienti da tutta Italia, hanno partecipato domenica pomeriggio alla Carovana della Pace di Cuneo, tradizionale manifestazione organizzata dalla curia diocesana e da altre associazioni, per commemorare le vittime del primo eccidio nazista in Italia, avvenuto a Boves 80 anni fa.
Le Acli hanno voluto concludere così l’Incontro nazionale di Studi, dedicato quest’anno all’Intelligenza Artificiale: “Marciare per la pace e ricordare la nostra resistenza è il miglior modo per terminare questi quattro giorni di confronto”, ha spiegato Manfredonia.
Boves racconta un pezzo di storia tragica d’Italia: il 19 settembre 1943 le SS naziste incendiarono questo piccolo paese del cunese, distruggendo 350 case e assassinando 24 persone. Il 31 dicembre dello stesso anno le abitazioni dei civili furono nuovamente date alle fiamme e 59 persone persero la vita. Il 26 aprile del 1945, mentre l’Italia gioiva per la Liberazione, i nazisti in ritirata fucilarono 9 bovesani.
“Per noi oggi è una storia passata: ma non è così per altre parti del mondo. Ancora in questo tempo vediamo guerre ed eccidi che non hanno fine. Siamo molto preoccupati per quella che Papa Francesco ha definito “la terza guerra mondiale a pezzi”. Lavoriamo sul territorio per sensibilizzare l’opinione pubblica, costruendo una memoria del passato condivisa”, ha continuato il presidente nazionale delle Acli.
Le Acli scenderanno nuovamente in piazza a Roma il 7 ottobre per partecipare alla manifestazione “La via maestra” e chiedere pace, lavoro e dignità: “La nostra Repubblica ripudia la guerra: un verbo particolare che ci fa intendere come chi scrisse la Carta Costituzionale volesse escludere in tutti i modi l’opzione bellica tra quelle consentite. Noi delle Acli crediamo che solo rispettando i principi iscritti nella Costituzione si possa garantire un modello di democrazia compiuta”.