CUNEO - “Antisemitismo, non siamo tornati agli anni Trenta: musulmani e sinistre dietro alle aggressioni”

La riflessione di un gruppo di militanti della destra cuneese: “Sostegno all’esistenza e alla sicurezza di Israele, ma anche al diritto dei palestinesi di vivere”

Redazione 19/11/2024 12:36

Riceviamo e pubblichiamo:
 
Egregio direttore,
dobbiamo avere il coraggio di riconoscerlo, grazie a Dio e alla civiltà dell’umanità , al di fuori del ridottissimo branco di ineliminabili fanatici nel mondo, dall’Europa all’America, non ci sono più falangi di nazisti che si scagliano alla persecuzione degli ebrei, non siamo tornati agli anni Trenta. Il cancro di allora è stato totalmente condannato ed espiato.
 
Siamo negli anni Duemila e la rivolta e l’aggressione crescenti verso gli ebrei, verso soprattutto lo Stato di Israele, è opera di arabi e musulmani. Si tratta di una nuova ideologia etnica e politica. Le moltitudini scatenate contro gli ebrei oggi hanno preso ormai il sopravvento in tutti i Paesi del mondo occidentale, anche con il consenso delle sinistre. Da qui gli eventi più clamorosi e drammatici che constatiamo in questi giorni con le violente dimostrazioni pro Palestina.
 
Ma da quando negli anni le popolazioni autoctone e identitarie dei Paesi dell’Occidente hanno subìto l’invasione e spesso la sopraffazione di buona parte degli immigrati africani e asiatici, si è comunque continuato a strumentalizzare il pericolo nazista degli anni Trenta e ad agitare ossessivamente il pericolo di un nuovo olocausto, perché tutto questo “non si ripeta”.
 
Così che le forze politiche identitarie dei popoli europei sono state moralmente “disarmate”, anziché divenire alleate nel contrastare il nuovo tipo di conflitto fino ad essere anch’esse incapaci di reagire adeguatamente. Tanto che dovremmo essere coscienti che oggi l’obiettivo da colpire sono gli ebrei senza escludere che domani potrebbero essere i cristiani.
 
In questo pericoloso stato di tensione chi può intervenire autorevolmente per mediare dopo tanti anni di pace guerreggiata, una pace accettabile non fra nazismo ed ebraismo, ma fra palestinesi ed israeliani? È illusorio e fuori dalla realtà intervenire sugli eventi con infruttuosi proclami di biasimo e moniti verso un passato già da tempo condannato e storicizzato. Situazioni, intenti e fatti sono diversi dopo quasi novant’anni dalla shoah. Ci vuole ben altro, soprattutto bisogna riconoscere chi è in questo secolo il vero nemico da affrontare e come lo si vuole combattere.
 
Alcune considerazioni appaiono quindi opportune. Dal dopoguerra, gli Stati che pure si dichiaravano sostenitori dello Stato di Israele, di fatto non hanno mai potuto esprimere obiezioni, richiami e raccomandazioni nei confronti della politica israeliana, perché sarebbero stati criticati di “leso olocausto”; hanno quindi di fatto lasciato gli ebrei a decidere politica e azioni sulla atavica ed esplosiva “questione Palestina”. Infatti, c’è voluto l’infame attentato a Gaza di un anno fa, perché si potesse sollevare a livello internazionale contrarietà e pressioni verso i governanti israeliani. E con Gaza c’è voluta anche la contestazione dell’opposizione politica interna, perché fosse possibile mettere in discussione la politica degli ebrei in Medio Oriente.
 
Non dimentichiamo anche che per tutti gli anni passati le continue manifestazioni delle comunità ebraiche in Europa sono state affiancate dai comunisti e dalle sinistre di ogni tipo, sempre all’insegna - ben accettata - della lotta all’insorgere del nazifascismo (finito con la guerra nel 1945). Condotta che si è rivelata un boomerang come era prevedibile. E non ci vuole molto a capire che per intimorire ancora di più gli ebrei da qualche parte del pianeta appaiono talvolta bandiere con la svastica.
 
Un’altra considerazione riguarda l’Italia e la Destra politica nei confronti degli ebrei e di Israele. Tutte le volte che il MSI ha espresso loro solidarietà e adesione, nessuna differente valutazione era ammessa, anzi risultava quasi offensiva. Eppure sono state costanti e ufficiali le dimostrazioni di autorevoli esponenti del MSI a favore dell’esistenza dello Stato di Israele. Noi ricordiamo le iniziative negli anni di autorevoli parlamentari come Romualdi, Nencioni, Almirante, Niccolai. Ricordiamo che nel 1967, durante la Guerra dei Sei Giorni, a Roma l’on. Caradonna offrì al rabbino protezione da parte dei giovani del MSI per fronteggiare gli attacchi dell’ultrasinistra. Tutte iniziative considerate quasi un’offesa.
 
Siamo negli anni Duemila e ribadiamo convintamente il nostro no all’antisemitismo, il nostro sostegno all’esistenza e sicurezza dello Stato di Israele, ma altresì riconosciamo il diritto ai palestinesi di vivere e lavorare indipendenti nella loro terra.
 
Grati per la pubblicazione.
 
 
Paolo Chiarenza (Busca), Guido Giordana (sindaco di Valdieri), Luca Ferracciolo (B.go S. Dalmazzo), Maurizio Occelli (consigliere comunale Savigliano), Rosalia Grillante (Vicoforte Mondovì) Mario Franchino (Beinette), Mario Pinca (Saluzzo), Paolo Barabesi (consigliere comunale Cavallermaggiore), Massimiliano Negro (sindaco di Roburent)

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