Il giorno prima era stato il consigliere Beppe Lauria a gettare un sasso nello stagno con l’interpellanza nella quale si chiedeva conto della decisione di assegnare i lavori alla ditta IN.RE.TE srl di Michele Chialva, con sede a Tarantasca. Chialva, indicato come “consulente per progetti di innovazione sociale, system integration e IoT” [Internet of things, ndr], fa parte della compagine sociale della startup innovativa Ping-S insieme a Domenico Giraudo, assessore all’Innovazione del Comune.
Nella fase preliminare era stato proprio Giraudo a seguire per conto della giunta il progetto per l’installazione delle telecamere sull’intero asse viario di corso Giolitti. Un appalto che prevede una spesa complessiva di 125.130 euro e che la IN.RE.TE, costituita nel 2020, si è aggiudicata sui due concorrenti anche in virtù della maggiore estensione dei tempi di garanzia: dieci anni contro i sei promessi dagli altri partecipanti alla gara. Oltre alla questione di “opportunità politica” sollevata da Lauria era emersa nel dibattito consiliare la possibile grana legata a uno dei requisiti del bando, quello che il consigliere Ugo Sturlese ricorda essere menzionato nel punto b del primo articolo del decreto 37/2008: si tratta del fatto di essere già in possesso di un’abilitazione per la realizzazione di impianti di videosorveglianza.
Su questo verte la “doverosa precisazione” offerta dal sindaco: “Ho chiesto all’ufficio Appalti di riferire e provvederò a inviare ai consiglieri Lauria e Sturlese, che hanno evidenziato una potenziale irregolarità, la relazione degli uffici che esclude la carenza di requisiti”. Su richiesta di Carmelo Noto (Partito Democratico) il documento verrà inviato oltre che ai due consiglieri a tutti i capigruppo.
Questione chiusa? Difficile a credersi. Di certo c’è che - sebbene Borgna avesse affermato da subito di non ravvisare nessun possibile conflitto di interessi - ai piani alti di palazzo Civico la faccenda è stata ritenuta abbastanza seria da sollecitare nel breve volgere di ventiquattr’ore una verifica presso gli uffici e un supplemento di risposta. Sotto il fuoco delle minoranze è finito di nuovo il ruolo dell’assessore Giraudo, come già due anni fa quando Cuneo per i Beni Comuni aveva sollevato la questione della sospensione precauzionale di tre amministratori della cooperativa Ping, tra cui Giraudo e Chialva, in seguito all’esposto presentato da un ex socio. Il provvedimento era stato motivato proprio dalla costituzione, nel giugno 2018, della srl Ping-S, definita dal giudice una ‘fotocopia’ dell’originaria Ping: in quell’occasione il tribunale delle imprese di Torino aveva rilevato che “le operazioni fatturate dalla Srl appaiono opache” e “sono state concluse a condizioni che difficilmente possono dirsi di mercato”. Sulla vicenda, ha ricordato Sturlese, si attende da qui a pochi mesi il pronunciamento della giustizia civile.