È stata approvata all’unanimità in Commissione Agricoltura la Risoluzione sul fenomeno della cosiddetta “Moria del Kiwi”. Il senatore Mino Taricco, relatore dell’atto, commenta il risultato raggiunto, che apre le porte ad un grande progetto di ricerca, sperimentazione, redazione di linee guida tecniche che coinvolge tutti i soggetti che in questi anni hanno cercato con le sole proprie risorse di affrontare i danni di questo devastante fenomeno che ha colpito la frutticoltura su ormai quasi tutto il territorio nazionale. Una sindrome, quella della moria, che ha ormai causato danni enormi al comparto del kiwi in vaste aree del paese, e anche nel territorio piemontese (nello specifico il cuneese ed il torinese) che hanno da sempre una grande vocazionalità a questa coltura e che sono state pesantemente colpite da questo fenomeno.
La Moria dei Kiwi è una sindrome che colpisce l’actinidia e comporta l’appassimento delle piante per morte dell’apparato radiale, con conseguente perdita della produzione ed il disseccamento delle stesse, fino a compromettere in maniera irreversibile, anche nel giro di una sola stagione, l’intero frutteto. Nel 2020 è stato stimato un danno diretto agli agricoltori di oltre 300 milioni di euro - senza considerare l’indotto.
“Ad oggi - spiega Taricco -, la “moria del Kiwi” rimane la più grave malattia dell’actinidia per complessità della materia. Non è stato ancora identificato un chiaro ed unico agente eziologico ed è sicuramente multifattoriale, ovvero si manifesta in concomitanza di diversi fattori presenti contemporaneamente, per altro ancora non completamente definiti. Sono stati molteplici gli sforzi, in termini di ricerca e di sperimentazione di soluzioni percorribili, che sono stati compiuti, fino ad ora, da differenti realtà locali e territoriali, tra le quali in Piemonte (per esempio Agrion, Università di Torino, Servizio fitosanitario e Crea), ma anche nel Veneto – territori più colpiti dal fenomeno – e dallo stesso Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali attraverso anche l’istituzione, nel mese di Settembre 2020, di un “Gruppo di lavoro tecnico-scientifico per contrastare la problematica della sindrome della moria dei kiwi” con l’obiettivo di coordinare le attività di ricerca e definire linee guida per la gestione di questa emergenza”.
Ma al momento non esiste ancora né una cura né prevenzione efficace, nonostante si sia cercato di controllare i fattori predisponenti, e si sia già investito a livello locale, nei territori colpiti, per cercare di far luce sul problema.
"Con l’approvazione di oggi in Commissione Agricoltura del Senato - continua il senatore - , il Governo si è impegnato a trovare e mettere in campo risorse economiche adeguate per affrontare in modo definitivo il grave fenomeno, per giungere ad identificarne le reali cause e trovare soluzioni adeguate, tutelando gli impianti ancora efficienti ed in essere e salvaguardando le prospettive della coltura dell’actinidia, proprio per il ruolo così importante assunto nella frutticoltura del nostro Paese e per la tutela della forza lavoro e del patrimonio di competenza".
"In aggiunta - prosegue -, il Governo ha espresso il suo impegno nel prevedere un coinvolgimento degli Enti e delle Istituzioni già impegnate sul tema nei molti territori colpiti da questa problematica al fine di sostenere un adeguato progetto complessivo, dotato delle risorse necessarie, un programma di ricerca dedicato, valorizzando il lavoro svolto fino ad ora dai diversi soggetti interessati (campi prova, impianti commerciali monitorati ed esperimenti messi a punto in condizioni controllate) quale punto di partenza per un progetto nuovo che possa indagare su aspetti differenti, quali quelli agronomici, microbiologici, fitopatologici, pedologici, fisiologici, senza tralasciare quelli genomici, genetici e climatologici, oltre a dotare il tavolo di coordinamento nazionale di adeguate risorse per permettere una completa mappatura della diffusione, il monitoraggio e la valutazione di nuovi prodotti o soluzione per la definizione di linee guida e protocolli di coltivazione ed un’ampia divulgazione dei risultati raggiunti nei territori”
Conclude così il Senatore Mino Taricco: “Al momento non sono ancora emerse valide e definitive alternative di coltivazione, soprattutto in determinati areali, sia per motivi di mercato sia per motivi agronomici e pedoclimatici, e purtroppo la moria è in continua espansione arrivando a colpire ormai oltre il 25% della superficie nazionale. Sono molto soddisfatto, anche in qualità di relatore del documento, per il risultato raggiunto in Commissione Agricoltura in Senato, grazie anche ad un ampio confronto, attraverso le audizioni, con i soggetti tecnici ed istituzionali competenti e gli esperti del settore, che apre la prospettiva di un rilancio dell’attività di ricerca e di sperimentazione sul tema. Questo voto favorevole apre infatti ad un rinnovato investimento, questa volta nazionale e coordinato, nella ricerca per ottenere risultati che siano risolutivi nel contrasto a questo grave fenomeno, e permetterà la valorizzazione delle sperimentazioni territoriali già avviate ed in atto nelle varie regioni ad oggi colpite, tra le quali purtroppo anche il Piemonte che ha visto in questi anni 4.000 ettari su un totale di 5.500 esserne interessati.”