Nella seduta di ieri, 24 ottobre, la Terza Commissione del Consiglio Regionale del Piemonte ha esaminato, con la presenza della Giunta regionale, la situazione legata al fotovoltaico ed all’agrivoltaico.
In data 21 giugno 2024, il Ministero dell’ambiente ha emanato il decreto di “Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili” che si ripropone di rispondere alle esigenze di ripartire, tra ciascuna Regione e Provincia autonoma, la potenza da installare nel rispetto dell’obiettivo nazionale di una potenza aggiuntiva, al 2030, di 80 GW proveniente da fonti rinnovabili, rispetto a quella in essere al 31 dicembre 2020 e di dettare criteri e principi omogenei, che consentano alle Regioni di individuare le “aree idonee” e “non idonee” all’installazione della potenza eolica e fotovoltaica, definendo modalità per minimizzare il relativo impatto ambientale e la massima porzione di suolo occupabile dai suddetti impianti per unità di superficie, nonché dagli impianti a fonti rinnovabili di produzione di energia elettrica già installati e le superfici tecnicamente disponibili.
“Il tema è particolarmente delicato e sentito nelle zone rurali - ricorda il presidente della Commissione Claudio Sacchetto - il decreto ministeriale si ripropone di indicare le modalità per individuare superfici, aree industriali dismesse e altre aree compromesse, aree abbandonate e marginali idonee alla installazione di impianti a fonti rinnovabili, e demanda alle Regioni la definizione delle aree, la Giunta oggi ci ha resi edotti sul disegno di legge che ha in mente e che porterà senz’altro ad una corretta limitazione nelle aree agricole e di interesse paesaggistico, tuttavia va gestito il periodo di “vuoto normativo” in cui possono innestarsi richieste di autorizzazione, anche di carattere meramente speculativo, che mettono in difficoltà i Comuni interessati, su questo tema dovremo muoverci e prendere una decisione in brevissimo tempo”.
Entro 180 giorni dal 4 luglio 2024, le amministrazioni, con il coinvolgimento degli enti locali, dovranno determinare, con una propria legge le superfici e le aree idonee, dove è prevista una procedura accelerata e agevolata, le superfici e le aree non idonee e cioè quelle che presentano caratteristiche incompatibili con l’installazione di specifiche tipologie di impianti, le aree in cui è vietata l’installazione di impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra.
Sull’ultimo punto, il Decreto Ministeriale rimanda a quanto disposto dal D.L. 63/2024, varato dal Ministero dell’agricoltura, che all’articolo 5 limita drasticamente la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici su terreni agricoli, introducendo un vero e proprio divieto, per zone estranee a quelle specificamente individuate (le aree prossime ad autostrade, stabilimenti produttivi o impianti appartenenti a una comunità energetica, etc.).
Ferma questa precisazione, il Ministero dell’ambiente detta i seguenti principi e criteri omogenei, ai quali le Regioni si devono uniformare nell’individuazione delle aree idonee in primo luogo, la massimizzazione delle aree, al fine di conseguire gli obiettivi loro assegnati; in secondo luogo, ma con pari importanza, la necessità di tutela del patrimonio culturale e paesaggistico, delle aree agricole e forestali, della qualità dell’aria e dei corpi idrici.
“Il Decreto ministeriale - conclude Sacchetto - prevede che, nell’individuazione delle aree idonee, vada privilegiato l’utilizzo di superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, nonché di aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica, e vada verificata l’idoneità di aree non utilizzabili per altri scopi, ivi incluse le superfici agricole non utilizzabili, compatibilmente con le caratteristiche e le disponibilità delle risorse rinnovabili, delle infrastrutture di rete e della domanda elettrica”.