A poco più di un mese dal Consiglio comunale in cui la maggioranza si è divisa sul nuovo ospedale unico, ieri sera si è tornati a parlare pubblicamente dell’argomento, seppur in un contesto meno ‘istituzionale’. L’occasione è stato l’incontro organizzato dal gruppo Cuneo per i Beni Comuni alla Birrovia, nei locali della vecchia Stazione di Gesso. I toni sono stati decisamente più pacati dell’ultima volta, quando tra Pd e Centro erano volati gli stracci su un ordine del giorno comune sulla sanità del futuro. In città la divisione è tra chi vorrebbe mantenere l’ospedale sull'area attuale, presso il Santa Croce, e chi invece preferirebbe localizzarlo nell'area circostante il Carle, in frazione Confreria. Opzione, quest’ultima, sostenuta dal presidente della Fondazione Nuovo Ospedale Fulvio Moriano e da buona parte delle liste che appoggiano Federico Borgna.
A mettere tutti d’accordo è stata l’esposizione del primario del Pronto Soccorso di Cuneo, Giuseppe Lauria (omonimo del tre volte candidato sindaco). “Non è importante dove verrà fatto l’ospedale, ma come - ha detto il responsabile della medicina d’urgenza, rivendicando il ruolo di medici e infermieri -. Come professionisti vogliamo far parte della progettazione, siamo noi a dover decidere logistica e priorità cliniche”.
Un punto, quello del ‘come’, che ha trovato la condivisione del consigliere comunale Ugo Sturlese, autore di una relazione circostanziata. Il decano della sinistra cittadina ha indicato nell’integrazione dei servizi territoriali e delle Case della Salute la strada da seguire per raggiungere un modello di ‘sanità orizzontale’. “Nel progettare il nuovo ospedale dovremo tenere conto di ciò che è accaduto nei mesi scorsi e della possibilità di nuove pandemie” ha aggiunto, guardando al modello di Nuovo Ospedale di Umberto Veronesi e Renzo Piano. Per quanto riguarda il ‘dove’ non è un mistero che Cuneo per i Beni Comuni sia incline a mantenere il nosocomio sull’altipiano, ma l’ex primario ha chiarito: “Non è una guerra tra una sede e l’altra”.
“Dobbiamo difendere la soluzione migliore, che sia quella del Santa Croce, come noi sosteniamo, o quella del Carle, dopo un confronto di idee” gli ha fatto eco Angelo Bodino. L’architetto cuneese ha presentato al numeroso pubblico presente un ‘metaprogetto’ per l’ampliamento dell’ospedale Santa Croce, ipotizzando l’allargamento verso piazzale Vittorio Veneto, recentemente acquisito dal Comune di Cuneo.
Durante l’incontro, introdotto dall’ex candidato sindaco Nello Fierro, è emersa una notizia tutt’altro che irrilevante: lo studio di pre-fattibilità sul nuovo ospedale unico sarà pronto per fine settembre. L’incarico è stato assegnato a tre architetti. Si tratta del torinese Benedetto Camerana - che in quel di Cuneo ha progettato e realizzato il centro commerciale Auchan- e dei milanesi Luigi Colombo e Elena Airaldi, già autori di uno studio sul nuovo ospedale di Cuneo commissionato nel 2008 sotto la direzione di Giovanna Baraldi. Il nuovo studio prenderà in considerazione le due ipotesi emerse finora nel dibattito cittadino: i terreni intorno al Carle, in frazione Confreria, e un ampliamento del Santa Croce.
A comunicare la decisione è stato l’ex sindaco di Cuneo Elio Rostagno che ha preso la parola dopo un susseguirsi di interventi, tra cui quelli di Bruno Favilla, segretario del sindaco aziendale Anaao, che ha ricordato il forte legame della città con il suo ospedale. “Trovo sbagliato partire dalla coda del problema - ha detto Rostagno riferendosi al progetto di Bodino -. Quando capiremo come andrà fatto bisognerà dire dove, dobbiamo ragionare sui prossimi cinquant’anni”. Rostagno, ex consigliere regionale e già presidente della Commissione Sanità, è membro della Fondazione del Santa Croce e Carle, che si è riunita nei giorni scorsi in via telematica.
Paola Arneodo, ingegnere e dirigente del Servizio Tecnico del Santa Croce, ha illustrato il programma operativo: “I professionisti incaricati stanno raccogliendo le problematiche strutturali - ha spiegato ai presenti, evidenziando le criticità dell’edificio di via Coppino -. Una volta effettuato lo studio di pre-fattibilità ci sarà un momento di confronto, poi si passerà alla seconda parte con le analisi conclusive”. “Certamente all’interno degli studi dovrà essere compreso il progetto per la sede che non verrà scelta”, ha poi proseguito, rispondendo alle preoccupazioni di Sturlese su ciò che comporterebbe una dismissione del Santa Croce per il quartiere limitrofo alla Stazione.
A concludere la ridda di interventi è stato il presidente del Consiglio comunale, Alessandro Spedale, il quale ha rivendicato il ruolo della politica, ricordando l’istituzione della commissione speciale per l’ospedale, da lui coordinata: “Ampia disponibilità a incontrare i professionisti che effettueranno lo studio - ha detto il rappresentante di Cuneo Solidale, più orientato a mantenere il nosocomio sull'altipiano - Spero che la commissione possa dire la sua prima che inizi quest’analisi”. “La politica dovrà dare un suo indirizzo, tenendo in considerazione che Ministero della Sanità e Regione hanno il loro peso”, ha proseguito, prima di citare il sindaco Federico Borgna: “La decisione non può essere presa dal Comune di Cuneo, ma non può essere stabilita contro il suo parere”.