Nuovi criteri per l’assegnazione dei pascoli con margari “storici” che rimangono esclusi dagli alpeggi dove hanno portato per anni le loro mandrie, assegnati ora a nuovi allevatori “forestieri”. Il “caso” è scoppiato a Limone Piemonte e ha anche portato uno dei margari esclusi a presentare un esposto in Procura. La vicenda è iniziata a marzo scorso, con la pubblicazione da parte del Comune di Limone Piemonte del bando per l’assegnazione dei pascoli fino al 2027 (i precedenti contratti erano scaduti a novembre del 2021). Un bando che, come detto, presentava significative novità rispetto al passato: i pascoli non sarebbero più stati affidati in un regime di affitto, ma di concessione, con l’imposizione da parte del Comune di diversi obblighi nei confronti degli assegnatari.
Tra le novità anche il “peso” dell’offerta economica, che contribuiva a stabilire il punteggio per le graduatorie solo per il 30%, con il restante 70% basato su criteri tecnici: dalla proprietà di pascoli sul territorio all’esperienza nella caseificazione in alpeggio, passando per il titolo di studio e l’età (ben 20 punti per gli allevatori che alla data di pubblicazione del bando non avevano ancora compiuto 40 anni). I sei margari “storici”, tutti over 40, pur partecipando al bando sono così stati esclusi: si tratta di Valter Bodino, Davide Viale, Luciano Viale, Margherita Bertaina e Germano Moletto, residenti a Limone Piemonte, e Tiziano Aiassa, residente a Casalgrasso, ma in alpeggio a Limone fin dal 1996.
Dal Comune di Limone Piemonte replicano che i criteri del bando sono stati pubblicati in maniera trasparente, che erano in linea con le direttive europee e che, in ogni caso, nessuna rimostranza era stata presentata al momento della pubblicazione, ma solo dopo la redazione della graduatoria e le esclusioni dei sei margari coinvolti.
“Avremmo potuto impugnare il bando subito, è vero, ma abbiamo deciso di non farlo perchè Coldiretti ci aveva rassicurato che avremmo avuto un diritto di prelazione”, spiega Tiziano Aiassa. Un diritto che invece è stato escluso dal passaggio da un regime di affitto a quello di concessione. In più, secondo i sei margari il Comune avrebbe dovuto attendere sei mesi e un giorno dalla scadenza dei contratti di affitto per assegnare i pascoli in concessione, cosa che non è avvenuta. E ancora, in base al bando, alcuni dei requisiti sono stati considerati sulla base della situazione al 31 dicembre 2021: “Come avremmo potuto adeguarci, se abbiamo conosciuto i criteri solo a marzo?”, prosegue Aiassa. Ora i sei margari dovranno portare i loro animali in pascoli privati o di loro proprietà, e in questo modo non potranno accedere ai contributi della PAC (Politica Agricola Comune): “Nel frattempo i pascoli sono stati assegnati a cifre inferiori a quelle che corrispondevamo noi. Ora chiediamo almeno che si garantisca che gli obblighi richiesti dal bando, come quelli che impongono la caseificazione e gli interventi di manutenzione di sentieri e fabbricati, siano rispettati. Chiediamo controlli severi per chi ci ha sostituito”.
A non “arrendersi” è invece Valter Bodino, che ritiene di avere diritto alla prelazione e che ha presentato un esposto in Procura. Il "caso", insomma, è destinato ad avere nuove puntate.