CUNEO - Autonomia differenziata, via libera dal governo. Cirio: “Giornata importante dopo anni di immobilismo”

Il governatore plaude all’intesa sul ddl: “Si abbandona il modello della spesa storica che in Italia ha sempre favorito chi spendeva di più e non chi spendeva meglio”

Redazione 02/02/2023 18:55

“Questa è una giornata importante per tutti, perché dopo anni di immobilismo un governo dimostra finalmente di avere la forza di ripensare l’assetto del nostro Paese, attuando una parte della Costituzione rimasta lettera morta per oltre 20 anni”: è il commento del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio al via libera al disegno di legge sull’autonomia differenziata da parte del Consiglio dei ministri.
 
Il progetto elaborato dal ministro Roberto Calderoli si articola in dieci articoli, con alcune modifiche rispetto alla bozza diramata lunedì sera ai ministri. L’autonomia differenziata contempla il riconoscimento, da parte dello Stato, dell’autonomia legislativa per le regioni sulle materie di competenza concorrente e in tre casi di materie di competenza esclusiva dello Stato. Insieme alle competenze, le regioni potranno trattenere il gettito fiscale, che non sarebbe più distribuito su base nazionale. Secondo quanto previsto dalla nuova norma, l’attribuzione di funzioni alle regioni potrà avvenire solo dopo la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni. Se dalla determinazione dei Lep derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, le funzioni potranno essere trasferite dallo Stato alla Regione “solo dopo l’entrata in vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie coerenti con gli obiettivi programmati di finanza pubblica”. L’iter per l’intesa fra Regione (anche a statuto speciale) e Stato durerà almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni per l’esame delle Camere: le intese dureranno fino a 10 anni e potranno essere rinnovate o terminate prima, con un preavviso (di Stato o Regione). Sono previste poi misure perequative per evitare squilibri economici fra le Regioni che aderiscono all’autonomia differenziata e quelle che non lo fanno.
 
“Più poteri alle Regioni - osserva Cirio - significa più fondi per i territori e meno sprechi, perché quando le risorse vengono spese in modo più vicino a una comunità vengono investite meglio. Significa passare finalmente a una spesa standard, abbandonando invece il modello della spesa storica, che in Italia ha sempre favorito chi spendeva di più e non chi spendeva meglio. Significa anche responsabilizzare gli amministratori pubblici, mettendoli nella condizione di fare bene, ma anche di fronte alle proprie responsabilità quando invece le cose non vengono fatte, dando finalmente ai cittadini la possibilità di capire a chi compete fare le cose e mettendo fine a un sistema, tipicamente italiano, in cui se qualcosa non funziona è sempre colpa di qualcun altro. Significa, in un Paese così meraviglioso e diversificato come è l’Italia, dare le risposte appropriate alle esigenze dei cittadini, che sono diverse nelle diverse parti dell’Italia”.
 
Conclude il governatore: “È una riforma, infine, che dà a tutti le dovute garanzie contro ogni possibile disparità tra le regioni, grazie alla sapiente sintesi della presidente Meloni e del Consiglio dei ministri che ha introdotto la preventiva definizione dei Livelli essenziali di prestazione e l’istituzione di un fondo perequativo, pronto a correggere ogni eventuale diseguaglianza”.

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