Già molti anni addietro anche il cantore del vecchio Piemonte, Gipo Farassino, aveva dedicato una delle sue ballate alla scomparsa dei vespasiani (i “pisur”, per gli autoctoni): “A l'han gavà i pisur dan mes la strà per aumentè ‘l decoro ‘d la sità” cantava, con amara ironia, in “Per ‘l decoro ‘d la sità”.
Meno ironia, ma altrettanta amarezza, risuona nelle considerazioni di chi si trova a passare oggigiorno davanti a quel che ha soppiantato gli antichi pisur. La tecnologia dei nuovi bagni pubblici - posto che funzioni - non ne cela le condizioni spesso indecenti. Tanto che a Cuneo perfino l’assessore competente, Gianfranco Demichelis, cede allo sconforto: “Sfido a trovare donne che abbiano oggi il coraggio di utilizzare i wc presenti sul territorio”. L’esponente della giunta Manassero ammette che il patrimonio dei bagni pubblici risulta oramai datato: “Rifunzionalizzare l’esistente supera il beneficio. Bisognerebbe in effetti pensare a una sostituzione delle strutture”. Più facile a dirsi che a farsi, però, visti i preventivi: per ciascun bagno autopulente impiantato servono tra gli 80 e i 100mila euro.
A chiedere conto di quel che si sta facendo in questo frangente è il consigliere comunale di Cuneo Mia Claudio Bongiovanni: “Occorre pensare a un regolamento per i servizi igienici, non contemplati nel regolamento di igiene e sanità”. Dall’opposizione si chiede in particolare di coprire zone “critiche” come la stazione e il Parco Parri, dove i servizi sono accessibili solo quando il bar è in funzione: “Bisogna adeguare le strutture agli standard di altri Paesi, dove sono sempre più diffusi i servizi autopulenti: una città accogliente si vede anche da queste cose”. Paolo Armellini (Indipendenti) richiama a sua volta l’attenzione su “un servizio igienico centralissimo, all’angolo tra corso Soleri e piazza Galimberti, tenuto in modo indecoroso. Pensiamo al martedì, quando ci sono anche francesi che vengono al mercato: non è un bel biglietto da visita”.
Si guarda quindi agli esempi virtuosi: Bongiovanni indica Nizza, suggerendo la possibilità di un confronto con i gestori di esercizi commerciali per incentivare la disponibilità a fornire libero accesso ai servizi. Armellini guarda invece verso la Madonnina: “A Milano ci sono servizi igienici gratuiti, automatizzati e gestiti da remoto 24 ore al giorno. Non so come siano gestiti e quali siano i costi, potremmo pensare di metterci in contatto per sapere come fanno”.
Tutti suggerimenti bene accolti dall’assessore, che promette di interessarsene. Le attuali strutture, spiega, hanno ormai una trentina d’anni (“ai tempi erano i primi servizi autopulenti che la tecnologia ci consentisse di utilizzare”) e vengono pulite quattro volte a settimana dagli addetti della cooperativa San Paolo. La decisione di escluderli dal servizio autopulente e renderli “manuali” fu presa, a suo tempo, perché troppi atti vandalici avevano costretto a sostenere spese onerose. Non che oggi vada molto meglio, per inciso: “Continuano ad esserci ogni tanto vandalismi: a volte vengono gettate cose che ostruiscono gli scarichi e ci sono spesso interventi sulle porte d’accesso. Vengono riportate scritte sia all’interno che all’esterno, quindi dobbiamo provvedere anche alla ritinteggiatura”.
Nell’immediato, Demichelis annuncia la volontà di effettuare una mappatura. Verrà aggiunto intanto un wc chimico in zona stazione, come richiesto anche dai vigili: “Al momento è l’unica soluzione che possiamo proporre” precisa. Per Parco Parri, in futuro potrebbe arrivare un vero vespasiano autopulente: “Non garantiamo una sostituzione ‘tutto e subito’, ma ci rendiamo conto che si dovrà pensare a intervenire” aggiunge l’assessore. La soluzione contro il vandalismo può giungere però dalla tecnologia: già oggi, infatti, ci sono lettori ottici in grado di scansionare il codice fiscale. Un deterrente valutato con molto interesse, beninteso - anche in questo caso - a patto di trovare i soldi.