La ‘patata bollente’ del Movicentro torna al centro della discussione nel Consiglio comunale di Cuneo. Questa volta però non si tratta - se non in modo marginale - dei bivacchi dei senzatetto nel sottopassaggio, bensì del bando di gara per il progetto ‘social food’ che il Comune ha lanciato lo scorso 2 dicembre.
Oggetto di due interpellanze presentate dalle consigliere Silvia Cina (Movimento 5 Stelle) e Laura Menardi (Grande Cuneo), il bando prevede la realizzazione in project financing di un intervento da 450mila euro complessivi, coperto per il 49% dal pubblico e per il 51% dal privato che gestirà i locali. Un contributo di 225mila euro arriverà invece dal governo attraverso il bando Periferie.
L’intento dell’amministrazione è quello di riempire l’ultima ‘casella vuota’ del Movicentro, dopo aver assegnato gli altri locali alla farmacia comunale e all’Acli. Si troverebbe così una funzione alla ‘cattedrale nel deserto’ ereditata dalla giunta Valmaggia, dove in teoria si sarebbe dovuta realizzare la nuova biglietteria della stazione e assicurare un interscambio tra bus e treni.
Il bando ‘social food’ guarda ai “prodotti agroalimentari di eccellenza” realizzati da operatori del terzo settore, ma prevede anche la possibilità di vendita per i beni non alimentari: “A quali beni ci si riferisce?”, domandano il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle e la consigliera di Grande Cuneo. A suscitare perplessità è anche l’individuazione del canone d’affitto (una base di mille euro annui per i primi dieci anni) e della durata della concessione, fissata in 21 anni: scelte che a detta delle minoranze mettono in dubbio la natura ‘sociale’ del progetto e possono determinare una possibile “concorrenza sleale” nei confronti degli altri esercizi commerciali.
La replica dell’assessore all’Urbanistica Luca Serale pone l’accento sullo stato di degrado del Movicentro: “L’area è l’unica tuttora non occupata all’interno dello stabile: fu già oggetto di un bando di assegnazione andato deserto e questo la dice lunga sulla sua appetibilità”. In questo senso, la previsione di un basso canone di affitto e di una lunga concessione potrebbe servire a sbloccare la situazione e ad offrire finalmente un presidio alla zona, “come è stato fatto in piazza Foro Boario”.
Sul fallimento complessivo del Movicentro puntano il dito Ugo Sturlese dai banchi della sinistra (“le operazioni Movicentro hanno colpito molte stazioni della provincia di Cuneo, portando in genere al deperimento delle vecchie sedi senza introdurre elementi di novità”) e Beppe Lauria da quelli opposti della destra: “Un progetto assolutamente inutile che questa città ha pagato con l’allargamento della zona blu: quando litighiamo su quanto siano cari i parcheggi dell’ospedale, si ricordi che i parcheggi dell’ospedale sono la contropartita per la realizzazione del Movicentro”.